Dopo Cesena-Lecco lascio Foligno e mi dirigo in direzione Gubbio, dove alle 18:30 va in scena l’altra semifinale, quella tra Avellino – Pergolettese. Presenza non troppo corposa ma ci sono comunque entrambe le tifoserie e va sempre tenuto in conto sia il giorno infrasettimanale che la distanza di entrambe le città.

I lombardi sono una ventina e prendono posto nella curva locale, esponendo tre “pezze”, quella della data di nascita della squadra, quella per Giorgio e per i diffidati. Gli avellinesi sono circa un’ottantina e vengono sistemati nel settore dove di solito prendono posto le tifoserie ospiti quando il Gubbio gioca in casa, e come loro solito espongono il solo striscione U.S.AVELLINO 1912. In tribuna presente inoltre il club bianco verde di Roma, con tanto di striscione al seguito.

Per la cronaca calcistica, l’Avellino passa in vantaggio al ventunesimo minuto grazie ad un gol di Di Paolantonio. Gli avellinesi cantano ininterrottamente, effettuano diversi battimani, sventolando un bandierone, un paio di bandiere e stendardi. I cremaschi non hanno niente di coreografico, ma effettuano qualche bel battimani ad accompagnare i cori, seppur intervallati da pause.

Nel secondo tempo il tifo dei cremaschi è molto discontinuo, si fanno notare solo per dei battimani ad accompagnare i pochi cori, mentre in campo la propria compagine rimedia il secondo gol, a dieci minuti della fine, e il terzo nei minuti di recupero, ma la tifoseria gialloblù reagisce intonando alcuni cori per rincuorare i propri beniamini che d’altronde, il loro lo hanno ampiamente fatto vincendo il girone D a discapito di due squadre blasonate e di antica tradizione come Modena e Reggiana.

Gli irpini, nella pausa tra i due tempi, espongono un pensiero di vicinanza al lutto dei loro gemellati messinesi esponendo lo striscione: “SANTO FRATELLO MESSINESE”. Nella ripresa riprendono a tifare, la loro prestazione non presenta grosse sbavature, anzi il repertorio è vasto e presenta cori a rispondere, cori lunghi tenuti per alcuni minuti e cori secchi, taluni di questi accompagnati dai battimani sempre ritmati da un tamburo.

Al trentatreesimo Di Paolantonio raddoppia ma gli ultras nemmeno esultano più di tanto, continuando ad intonare cori come se nulla fosse. Al novantaquattresimo Ciotola mette il sigillo finale siglando il gol del 3-0. Finita la partita, i giocatori cremaschi vanno ad applaudire i propri sostenitori che ricambiano intonando il coro “orgogliosi di voi”, mentre dalla parte opposta, i giocatori avellinesi stazionano tutti abbracciati sotto il settore ultras, intonando un paio di cori insieme a loro in attesa della finale di domenica a Perugia contro il Lecco.

Marco Gasparri