Se ci concedessimo sempre e solo palcoscenici importanti, con spettacoli in prima visione e attori da premio Oscar, vivremmo probabilmente una vita apparentemente appagante. Ma ben distante dalla realtà effettiva. Perché l’attore bravo, il regista capace e lo sceneggiatore eclettico si vedono nel percorso, nel cammino delle proprie carriere. Il successo e la fama sono solo la parte finale della loro strada.
Questa parafrasi per dire che l’essenza del tifoso (e non solo dell’ultras) l’ho sempre colta in partite meno “gettonate”, laddove nessuno si sente sotto gli occhi dei riflettori e quindi non è portato a ostentare o a esser trascinato dalla stagione superba della propria squadra. Allora a venire fuori è il lato più autentico delle cose.
Un po’ come quando lontani dai riflettori ci si sente liberi di essere sé stessi. Il vecchio stadio Partenio in questo dà sicuramente una grande mano: con la sua costruzione retrò, i pochi lavori di ammodernamento subiti in questi anni (forse troppo pochi) e la sua sagoma che si staglia imponente da lontano trasmette un senso di semplicità misto a quello di perpetuo immobilismo. Una prerogativa tutta meridionale per certi versi: avere a disposizione opere importanti, dal potenziale enorme, ma lasciarle lentamente decadere tra l’incredibile indifferenza di istituzioni e ciarlatani da quattro soldi che, in un gattopadesco quadretto, si impegnano a promettere il mondo in sede di campagna elettorale salvo poi lasciare le terre amministrate con un pugno di mosche tra le mani.
Benché non sia propriamente una stagione da sold out per l’impianto irpino ai botteghini si registrano file quasi estenuanti. Del resto alle lungaggini burocratiche per comprare un biglietto, alla lentezza di steward spesso e volentieri incapaci (su questi occorrerebbe fare un articolo a parte. Probabilmente la figura più inutile, impreparata e confusionaria creata dal calcio moderno) e a tutte le difficoltà per metter piedi in uno stadio nel 2020 siamo ormai tristemente abituati. Inutile quindi girare il dito nella piaga. A tal merito i complimenti vanno solo a quegli eroi che ancora trovano coraggio e pazienza di varcare i tornelli e metter piede sulle gradinate.
Per Avellino non è certamente un’annata trionfale. I problemi societari hanno pesantemente influito sul campo e la squadra si è giocoforza trovata invischiata nelle sabbie mobili della zona retrocessione. Parallelamente anche la curva ha vissuto diverse difficoltà, palesate dalla non esposizione di nessuno striscione.
La partita con la Vibonese, come accennato, è dunque un banco di prova non “da prima serata” ma importantissimo per l’undici del vulcanico Eziolino Capuano. Lo zoccolo duro della Sud si raggruppa come di consueto nel centro curva sostenendo a gran voce il Lupo. Malgrado anche qui i numeri siano nettamente in calo, gli avellinesi mostrano sempre buona capacità nel coordinare il tifo non facendo mai mancare il proprio apporto corale. Certo è che una curva senza striscioni toglie qualcosa all’occhio. Bello però l’incessante sventolio dei bandieroni. Un peccato, invece, che ormai da tanto tempo non venga più eseguita la sciarpata, vero e proprio marchio di fabbrica della tifoseria campana.
Rimanendo in tema cinematografico: non sta a me giudicare ciò che accade dietro le quinte, ma penso che per gli ultras irpini sia importante tornare a trovare la quadratura del cerchio in termini di unità e compattezza. Avellino è una piazza che dispone di numeri importanti, potendo contare su una provincia grandissima e su una storia calcistica che volente o nolente richiama ancora tanti appassionati al Partenio. Rischiare di dilapidarla disgregando l’ottimo lavoro fatto negli ultimi dieci anni sarebbe davvero un grande peccato. Posto che ognuno ha i propri equilibri di curva da rispettare. Su questo lungi da me mettere bocca.
Nel settore ospiti da segnalare una decina di volenterosi ultras della Vibonese che di tanto in tanto provano a farsi sentire, mettendosi in mostra con un paio di bandierine.
In campo Parisi risponde al vantaggio calabrese fissando il risultato sull’1-1. Prima dell’intervallo classico show di Capuano che si fa espellere. Il tecnico biancoverde seguirà la ripresa in Tribuna Terminio.
Simone Meloni