La sesta giornata d’andata del girone B dell’Eccellenza Campania, in programma domenica 13 ottobre alle ore 15:30, propone l’interessante sfida tra l’Aversa e il Nola, due squadre blasonate con un passato nel professionismo. I padroni di casa sono reduci dalla pesante sconfitta in trasferta contro il Gladiator, mentre i bianconeri nel turno precedente sono stati costretti al pareggio dall’Albanova tra le mura amiche. Questo girone è molto interessante, con altre piazze storiche che hanno giocato in Serie D o C, come Afragola, Sessa Aurunca, Sant’Anastasia, Frattamaggiore, Ercolano, Portici, Casal di Principe e Santa Maria Capua Vetere.
Visito Aversa per la prima volta, nonostante sia passato tante volte davanti allo stadio “Bisceglia” in treno. Aversa è un centro molto importante della pianura campana settentrionale, in provincia di Caserta, al confine con Napoli, e conta circa 50.000 abitanti. La sua importanza non deriva solo dalla posizione, evidenziata dalla presenza di una stazione ferroviaria in cui fermano i treni intercity, ma anche dalla sua storia e dal notevole patrimonio artistico.
Fondata dai Normanni, guidati da Rainulfo Drengot, nel 1030, Aversa si trovava al confine con il ducato bizantino di Napoli e vicino alla longobarda Capua. È stata la prima contea normanna nell’Italia peninsulare: nel 1038 fu riconosciuta come tale dall’imperatore Corrado II. I Normanni, noti anche come Vichinghi, erano un popolo germanico originario della Scandinavia che, tra il VII e il IX secolo, si è espanso in tutta Europa, dall’Inghilterra alla Russia, dalla Francia all’Italia meridionale, arrivando fino in Islanda e, secondo alcuni, toccando anche la costa nordamericana. Aversa è stata il nucleo iniziale di quello che, nel 1130, grazie a Ruggero II, sarebbe stato il primo regno capace di unificare l’Italia del Sud.
Con i Normanni, Aversa è diventata un centro prospero, caratteristica mantenuta anche sotto gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi. La città ha seguito le vicende del Regno d’Italia fino al Risorgimento. Il grande passato di Aversa è testimoniato da splendidi monumenti, come il castello, la cattedrale, i resti delle mura, le epigrafi latine medievali e numerosi edifici religiosi e monasteri, che presentano influssi arabi, bizantini, romanici, gotici e barocchi.
Mi piace camminare in questa bellissima città, che vedo molto affollata nelle ore mattutine della domenica, con tanta gente nei bar e nelle piazze a chiacchierare con gli amici o a sorseggiare qualcosa. Passo per la suggestiva Porta Napoli e per la ferrovia che termina a Piedimonte Matese. È piacevole girare per le città del Meridione, soprattutto in una domenica soleggiata d’autunno: è un tuffo nella vita e nella serenità.
Intorno alle 14:30 arrivo nella zona dello stadio, un impianto bellissimo che ha recentemente ospitato la Serie C. Ha una grande tribuna coperta in stile inglese, che mi ricorda “Craven Cottage”, un’altra gradinata coperta più piccola e un settore ospiti scoperto. Intorno ci sono molti murales, tra cui quello con la scritta “Curva Nord Aversa”, che ho sempre visto dai finestrini dei treni diretti a Napoli.
In campo, si affrontano due squadre storiche: la squadra di casa, il Real Normanna, vanta sette partecipazioni tra Lega Pro Prima e Seconda Divisione, mentre il Nola ha giocato l’ultima C1 nel 1996. Quando arrivo allo stadio, noto molta folla all’esterno, segno che la partita suscita grande attesa, e questo è confermato all’interno, dove c’è una buona presenza di pubblico sugli spalti.
Nel settore caldo di casa si radunano molti ragazzi dietro le pezze che richiamano i Normanni. Gli ultras aversani sono per lo più molto giovani e carichi di energia: producono un bellissimo tifo, con decibel sempre alti e tantissimi battimani. Cantano soprattutto per l’Aversa, ricordano Marcello, inneggiano alla libertà degli ultras e intonano vari cori contro Acerra. Sembra che stiano facendo un ottimo lavoro di aggregazione attorno alla squadra locale, impresa non semplice considerata la vicinanza di una città come Napoli, il cui richiamo calcistico è fortissimo.
Dall’altra parte, vedo per la prima volta gli ultras nolani, che mi sembrano una tifoseria esperta e ben consolidata. Presentano un buon mix di età e sono ben compatti nel settore dietro la pezza per lo stadio, producendo un tifo di alta qualità, sia vocale che visiva. Sventolano due bandieroni di ottima fattura e accendono qualche luminaria, poi prendono posizione riguardo alle recenti vicende delle curve milanesi e al concetto di essere ultras. Intonando anche molti cori contro Caserta.
In campo si impone l’Aversa, ottenendo un’importante vittoria contro una delle squadre più forti del girone, facendo impazzire di gioia il proprio pubblico, mentre i nolani, dopo il triplice fischio, si confrontano con la squadra.
Quando esco, vedo alcuni treni sfrecciare sulla Roma-Napoli, mentre un tramonto luminoso illumina la pianura campana. È il momento di rientrare a casa, felice di aver scoperto questo nuovo angolo di Campania legato agli avventurieri del Grande Nord!
Testo e foto di Andrea Calabrese