Bari-Perugia è partita non dai richiami fortissimi, visto anche l’andamento altalenante della squadra. Ciò mi permette di giungere al “San Nicola” a ridosso del calcio d’inizio, in questo sabato pomeriggio piacevole e quasi primaverile. Il solito sciacallaggio al parcheggio, 3 euro e nemmeno custodito, ma inutile pensarci più di tanto.

La partita è riservata ai soliti fedelissimi. I perugini non hanno voluto dimenticare, immortalandone il ricordo in una pezza, Claudio Spagnolo, ultras genoano che ventidue anni fa perse la vita in un triste Genoa-Milan. Da quel giorno tante cose cambiarono, dal documento “Basta lame Basta Infami” stilato dalla stragrande maggioranza degli ultras italiani riuniti in conclave, fino all’avvento nei giorni nostri della odiatissima tessera del tifoso. Nel frattempo un susseguirsi di tante altre vittime, tante infamie, con la complicità di un ambiente ipocrita, non solo in ambito calcistico, che antepone a tutto solo al denaro. E i risultati poi son questi. Un sabato che precede una domenica particolare, non come tutte le altre. I tempi passano, ma i ricordi rimangono.

Niente male numericamente i perugini, che si posizionano nella parte superiore del settore ospiti. La parte inferiore è magicamente inagibile, non si sa ancora per quale motivo. Belli compatti, con i diversi gruppi che, nonostante la divisione palese, sono uniti nel sostenere la squadra. Offrono una prova discreta, soprattutto ottenendo dei picchi, a più riprese, nei cori contro Bari.

Si sentono più distintamente dalla Sud dove mi posiziono mentre, visto il numero, sentirli dalla parte opposta è più difficile. Comunque, nel complesso, davvero apprezzabile la compattezza che a più riprese mostrano. Bella anche la sciarpata e non manca l’accensione di qualche torcia, in maniera clandestina ovviamente, a dare un effetto più movimentato e colorato al settore.

La curva nord barese si riempie come sempre alla spicciolata, restituendo un effetto ottico che lascia a desiderare, nella classica sciarpata iniziale. Il risultato è la metafora perfetta della performance sottotono della curva nord. Oggi, nonostante l’impegno e la volontà, lo zoccolo duro risulta poco trascinante e, nel complesso, la prova lascia a desiderare. Solo la parte centrale è quella che sostiene, il resto oggi non è praticamente pervenuto.

Tra i vari sfottò dei perugini, il più classico “coniglio alza la voce…” intonato durante il coro dei baresi agli amici di Salerno. Sinceramente mi aspettavo di più da una curva che, nell’ultimo periodo storico, è quasi sempre stata in grandissimo spolvero. Ma tutte le tifoserie possono subire cali dovuti, o conseguenti, ai risultati in campo.

Beccato dai baresi anche il giocatore Belmonte, ex di turno, per le vicende del calcio scommesse. Goliardico il coro “giocaci tua moglie…” e non mancano cori rivolti negativamente alla tifoseria ospite, da sempre non ben vista da queste parti.

Massimo D’Innocenzi.