L’estate 2018 i tifosi baresi se la ricorderanno per sempre. Le vicende societarie, il fallimento e la serie D nel giro di pochi mesi: la pagina più brutta della storia calcistica biancorossa, storia che nessuno poteva nemmeno lontanamente immaginare in primavera, quando si lottava per agganciare i playoff e con loro il sogno della Serie A.

Ci si ritrova così mestamente in Serie D e alla seconda giornata, a Bari arriva la Sancataldese, squadra con una tifoseria di una certa tradizione in Sicilia, ma apprezzata e riconosciuta anche nel resto d’Italia. Per i sostenitori rossoverdi non può invece che essere un appuntamento storico: al contrario, nessuno di loro avrebbe immaginato qualche mese fa di mettere piede al “San Nicola”.

La trasferta e la lontananza non scoraggiano il gruppo, che arriva in buon numero. Spulciando storia e nozioni di questa tifoseria, è curioso apprendere l’epopea del suo gruppo portante, dal nome bizzarro di “Gruppo Neuropatico”. Lo striscione venne confezionato nel 1995, invenzione di un leader e mente della tifoseria di quegli anni. Il nome venne tirato letteralmente fuori dal vocabolario perché bene si accostava al soprannome dei Sancataldesi, considerati “pazzi”o “22”. San Cataldo nell’elenco dei comuni di Caltanisetta è appunto il ventiduesimo che nella Smorfia è appunto il numero che indica la follia.

Venendo al tifo odierno vero e proprio, indubbiamente è buona la prestazione dei siciliani. Un centinaio circa, entrano in blocco nel settore ospiti. A torso nudo, sostengono la squadra per tutti i 90 minuti, con i bandieroni sempre al vento.

Curva Nord barese invece, spettacolare nella forma e nella sostanza. Si riempie alla spicciolata per via anche della cattiva organizzazione agli ingressi, ma appare bella carica fin dal principio, proseguendo poi su questo canovaccio per tutti i 90 minuti. Difficile sentirli calare d’intensità. Bandiere sempre sventolanti e manate molto belle. Di sicuro non stanno snobbando la categoria.

Massimo D’Innocenzi