Una classica domenica soleggiata di fine estate, incentiva ulteriormente la scelta a muovermi verso Barletta, la città della Disfida. Si respira un clima tutto particolare, il Barletta Calcio torna infatti a giocare finalmente al “Cosimo Puttilli”, nella sua casa, nella propria città, davanti al proprio pubblico, dopo sette interminabili anni di esilio. Elemento, quest’ultimo, a cui va a sommarsi il grandissimo entusiasmo creatosi per il ritorno in Serie D e gli oltre 1600 abbonamenti sottoscritti ne sono la naturale conseguenza.
La mia stessa curiosità è motivata a sua volta dalla possibilità di vedere uno degli stadi che, inaugurato per la prima volta nel 1970, nonostante i vari ammodernamenti tra cui l’ultimo che lo rivela nella sua nuovissima veste, continua ad offrire un fascino dal sapore retrò, figlio anche della sua struttura architettonica. Appena messo piede in campo, è immediato il flashback che rievoca nella mia mente le immagini televisive degli anni ’80 e 90, quando il Barletta navigava tra la B e la C o le apparizioni estive in Coppa Italia trasmesse dalla RAI allorquando, da queste parti, il sorteggio benevolo portava a far capolino squadre blasonate della massima serie. Anche se personalmente, i ricordi più vividi non possono che portare al vecchio “Supertifo”, contenitore e megafono delle gesta della tifoseria biancorossa e dei tifosi che da ospiti hanno messo piede su questi spalti.
Gli anni passano ma i ricordi difficilmente sbiadiscono, andando a stratificare la memoria collettiva e con essa l’amore per la propria squadra. Tutto questo lo si evince anche da come Curva e Tribuna centrale si riempiono, offrendo ad inizio partita un colpo d’occhio da categoria superiore in senso letterario del termine e non per mera retorica. Peccato solo che l’omologabilità dell’impianto sia stata concessa a capienza ridotta, ma poter finalmente riaprire il “Puttilli” ai suoi tifosi resta il più bello dei regali possibili.
Passione, numeri, costanza nel tifo, Barletta non ha nulla da invidiare a nessuna tifoseria, nemmeno di Serie A. Non è facile enfasi nei giudizi, avreste dovuto essere presenti per credere: possenti, colorati, la prestazione canora barlettana è impressionante per qualità, continuità e volume. Durante i novanta minuti mantengono un’intensità davvero molto alta, con bandieroni sempre al vento e qualche fumogeno rosso che danno quel tocco cromatico in più. In questa giornata speciale infine, non potevano mancare gli amici di Salisburgo, a cui viene dedicato uno striscione e diversi cori.
Di fronte a loro e non assolutamente in secondo piano, la buona presenza degli ultras di Molfetta che esordiscono con lo striscione “Welcome back to Puttilli”, applaudito da tutto lo stadio e a cui i dirimpettai rispondono con un “Rispetto genera rispetto”. Per gli ospiti non era facile farsi sentire in questa bolgia, ma il loro sostegno non è mai mancato. Buoni i cori a ripetere e le manate, indubbiamente la loro prova è stata più che positiva, senza mai lesinare in impegno e continuità.
Nel finale lo stadio esplode al gol della vittoria di Loiodice su rigore, tre punti che bagnano nel migliore dei modi questo esordio, suggellando così nel migliore dei modi una giornata perfetta. Un plauso comunque va anche, o forse soprattutto alle due tifoserie, per aver restituito a questa giornata il sapore del calcio di una volta. Senza questa traboccante passione dei tifosi, sarebbe stata una fredda inaugurazione istituzionale come un qualsiasi centro commerciale o parco pubblico. Lo ricordasse chi biasima e osteggia i tifosi.
Massimo D’Innocenzi