Si gioca di sabato sera la sfida di Serie D tra Barletta e Pompei, un compromesso accettabile per attirare pubblico allo stadio, anche se resta il rammarico di un calcio ormai sempre più lontano dalla sua collocazione naturale: quella della domenica pomeriggio.

Torno a Barletta dopo quasi un anno, e l’ambiente è esattamente come lo ricordavo: caldo, passionale e coinvolgente. La Curva Nord Barletta si presenta gremita e colorata dalle solite pezze e bandieroni che da sempre la contraddistinguono. Il sostegno offerto è, come consuetudine, di ottimo livello, con picchi di tifo molto potenti che scandiscono l’intera gara.

Non mancano le torce, accese come spesso accade in maniera clandestina, a causa delle restrizioni vigenti, ma che contribuiscono comunque a dare quel tocco di colore e atmosfera che rende particolare il Puttilli. Insomma, anche a distanza di così tanto tempo, il copione da queste parti non cambia e il tifo biancorosso rimane da categoria superiore.

Nel settore laterale della gradinata, a ridosso del settore ospiti, prendono posto gli ultras della ex Curva Sud, come sempre attivi e in movimento nonostante il numero esiguo. E come sempre con il sogno nemmeno tanto nascosto di poter fare, prima o poi, ritorno alla loro casa d’origine.

Dal lato opposto, a ridosso del fischio d’inizio, prende posto nel settore ospiti una piccola rappresentanza pompeiana. In un contesto così caldo, i sostenitori campani si fanno sentire a tratti, con cori secchi e mirati, intervallati da lunghe pause. Una scelta tattica comprensibile: intonare cori ininterrottamente avrebbe finito per coprirsi da soli sotto gli alti decibel dei barlettani tifando più per dovere che per supporto. Invece così sono riusciti anche a rendere proficua la propria prova. Una presenza in definitiva significativa, che vale più di tante parole.