Al contrario di quanto accade in Italia, in cui la miglior classificata della stagione precedente gioca in casa i primi turni in gara secca contro la propria avversaria (che può essere di serie A o B), in Coppa Svizzera è la squadra della massima serie a dover disputare le proprie gare in campi di serie inferiori.
E così dopo aver strizzato l’occhio al tabellone, che quasi per uno scherzo del destino ha portato il San Gallo in questa stagione a giocare sempre in Canton Ticino, ecco che arriva l’occasione buona per recarmi a Bellinzona per questa gara degli ottavi di finale.
Raggiungo lo Stadio Comunale con un discreto anticipo e quando accedo al campo, una decina di minuti prima dell’inizio, noto come siano in preparazione le coreografie da parte di entrambe le tifoserie. Gli ultras locali, i “B’Zona Boys”, si posizionano all’altezza del centrocampo, nel settore spalti di fronte alla tribuna coperta. All’ingresso delle squadre li vedo esporre una stilizzazione degli archi e delle merlature di un castello (chiaro richiamo ai castelli della capitale ticinese) e la scritta “BB05 SIAMO LUCE NELLE TENEBRE” seguita simbolicamente dall’accensione di torce rosse.
Nel settore ospiti, che invece è posizionato dietro la porta alla mia destra, ci sono direi almeno 150 supporter provenienti da San Gallo. Come coreografia espongono uno striscione nero con scritta con font in stile murales che faccio molta fatica a decifrare, ma ho ricevuto conferma anche da altri presenti che recita: “15 JAHR SAINT BROTHERS”, che celebra appunto i quindici anni del gruppo omonimo, “Saint Brothers” e a cui segue una lunga fumogenata verde accompagna da torce e addirittura fuochi d’artificio. Poco dopo il fischio d’inizio viene poi ammainato lo striscione della coreografia per lasciar posto a quello più onnicomprensivo e genericamente identificativo che riporta semplicemente la scritta “SANKT GALLEN”. Nel corso della gara vengono poi sventolati continuamente almeno una dozzina di bandieroni diversi e, ogni tanto, viene accesa qualche torcia rossa.
Inizialmente mi sembra quasi di poter dire che il San Gallo sembri giocare in casa, ma spostandomi verso centrocampo ho modo di ricredermi. Gli ultras locali difatti, tifano in maniera incessante e seppur in netta inferiorità numerica rispetto ai propri dirimpettai, offrono un buon tifo, tanto da trascinare la squadra che nel corso del primo tempo colpisce un palo, alimentando i sogni di gloria per una sfida, che seppur non abbia richiamato un gran pubblico, vede come avversaria una squadra che sta disputando le coppe europee.
Il secondo tempo si apre col settore ospiti che si illumina grazie all’accensione di diverse flash che creano una sorta di bagliore che non può non richiamare l’attenzione mia e dei presenti. Attorno al 55′ arriva poi a sorpresa il vantaggio del Bellinzona, seguito questa volta dall’accensione di torce rosse da parte dei sostenitori granata. Curioso poi come ad ogni occasione venga letto dallo speaker, sia in italiano che in tedesco, che è assolutamente vietato l’utilizzo di materiale pirotecnico, nonostante da una parte e dall’altra tutto venga fatto senza particolare accortezza nel non farsi beccare. Da sottolineare, in tal senso, la bella pezza dei locali “Pro Pyro” e quella ospite “Fuck the law”, chiaramente entrambe di opinione opposta a quella dello speaker e della Lega che si ostinano a criminalizzare e confondere uso coreografico con uso improprio.
Nel finale gli ultras biancoverdi offrono una gran bella sciarpata. La gara termina però con la vittoria dei padroni di casa che, dopo 17 anni, si qualificano ai quarti di finale della Coppa Svizzera e lo fanno da squadra di serie B, con la speranza di giocare magari uno storico derby ticinese con l’odiato Lugano nei prossimi turni. Non è un caso se sui titoli di coda partano cori come “Bellinzona la capitale!” ed altri di sfottò contro Lugano. A margine c’è infine una pacifica invasione da parte di alcuni tifosi, mentre la squadra si reca sotto al settore occupato dai “B’Zona Boys” per festeggiare insieme questo bel traguardo.
Alan Cacciatore