I dati ufficiali parlano di oltre cinquemila spettatori presenti. Infatti, ai 4.601 abbonamenti sottoscritti in estate, si sommano i 138 tifosi giallorossi che hanno acquistato la tessera per il girone di ritorno, oltre ai circa 463 biglietti venduti, di cui 142 acquistati dai sostenitori ospiti. Tuttavia, il clima gelido, la pioggia abbattutasi sulla città sannita e lo scarso richiamo dell’avversario di turno sembrano aver scoraggiato molti spettatori. I beneventani presenti allo stadio appaiono in numero inferiore rispetto a quanto comunicato (e rigidamente basato sul numero di abbonati non sempre costantemente presenti), mentre gli altamurani giunti in Campania sembrano essere più dei 142 dichiarati.

In merito a quest’ultimo aspetto, è opportuno aprire una parentesi. Spesso nei proclami della Lega si invoca il desiderio di riportare i tifosi sugli spalti, ma alle parole non seguono i fatti. La prevendita per il settore ospiti, per esempio, si è chiusa il giorno precedente al match, obbligando una trentina di altamurani a comprare i biglietti in altri settori, con inevitabili conseguenze sulla gestione dell’ordine pubblico. Sarebbe stato sufficiente tornare alle vecchie regole, prevedendo un botteghino per gli ospiti aperto anche il giorno della partita, così da consentire a chi decidesse all’ultimo momento di seguire la squadra di acquistare il biglietto sul posto. Comprendiamo che questo sistema di vendita anticipata permette agli organi preposti di organizzare meglio il servizio d’ordine, ma pensiamo che lasciare aperta la prevendita fino al giorno del match ridurrebbe ulteriormente le tensioni.

Il Benevento viene da due vittorie consecutive, sofferte ma fondamentali, che hanno permesso alla Strega di mantenere la vetta della classifica in un girone combattuto. La partita di oggi è quindi cruciale per consolidare il primato e allontanare gli inseguitori. Quando le squadre scendono in campo, dalla curva giallorossa si alzano bandiere, sciarpe e qualche fumogeno, mentre il tifo, compatto e ininterrotto, per gli undici in campo dura per tutti i novanta minuti, senza spegnersi neanche al momento del pareggio degli avversari.

Non solo in curva sono presenti striscioni e drappi (si va dai longevi “Teste Matte”, fino ad arrivare a “Zona d’ombra”, “Ultimi eredi” e “Anni ’90”), ma anche nel resto dello stadio si notano altri vessilli che seppure non riconducibili a sigle ultras, sono comunque legati al tifo organizzato, come gli storici “Shangai”, nome ispirato a un quartiere di Benevento e legato agli ultras degli anni ’90, oltre ad altri gruppi senza un nome ufficiale che si raccolgono dietro i vessilli giallorossi.

Il pareggio finale lascia loro l’amaro in bocca: consente ad Avellino e Crotone di accorciare le distanze e al Cerignola di avvicinarsi, ma soprattutto il Monopoli, seppur in coabitazione, raggiunge la vetta della classifica.

Dalla Murgia barese giungono circa 170 altamurani, a bordo di un pullman, transit e varie auto. I tifosi biancorossi vengono intercettati dalla polizia locale al casello autostradale e da lì, passando per le vie di Benevento che a quell’ora sono ancora deserte, scortati fino al settore ospiti. Arrivati alle porte del settore ospiti vengono rapidamente perquisiti e fatti entrare nella Curva Nord dove, come da consuetudine, entrano tutti compatti. A differenza di molte altre tifoserie, gli altamurani scelgono di posizionarsi nella parte alta del secondo anello, organizzando una semplice ma efficace coreografia con bandierine biancorosse e uno striscione con la scritta “Lions Go”. Anche i pugliesi sostengono con vigore i propri beniamini, esplodendo di gioia al gol del pareggio, arrivato a ridosso della fine del primo tempo. Nel secondo tempo, continuano a incitare la squadra, spingendola a non mollare.

Il pareggio finale rappresenta un risultato prestigioso per una squadra che, fino a poche stagioni fa, era abituata a disputare campionati dilettantistici regionali. Al triplice fischio, c’è il tempo per ringraziare i giocatori per la prestazione offerta e attendere l’apertura dei cancelli, avvenuta circa 30 minuti dopo la fine del match.

Testo di Michele D’Urso
Foto di Giuseppe Terrigno