Reduci entrambe da una sconfitta, Benevento e Ascoli si affrontano al “Ciro Vigorito”, casa dei giallorossi campani. Stadio già noto ai tempi con il nome di “Santa Colomba”, uno dei tanti impianti costruiti negli anni ’70 da Costantino Rozzi, conosciuto nel mondo del calcio prima ancora che per la sua attività di costruzione, proprio per esser stato uno dei più iconici e vittoriosi presidenti proprio dell’Ascoli, una delle piccole compagini di provincia che sul finire del secolo scorso, rivaleggiava con tutte le migliori squadre del paese.

L’attualità con cui fare i conti è però diversa, anche per lo stesso Benevento che dopo la gloria apicale del recente passato, pur contando di rinnovare quei fasti, ancora non riesce a trovare lo slancio giusto per rilanciarsi. Insolitamente alla domenica, l’incontro fra due squadre impantanate a metà classifica, potrebbe essere occasione propizia per rilanciarne le rispettive ambizioni. Invece l’epilogo sarà poi un pareggio per 1 a 1, con una rete per tempo, in apertura di ognuno. Un punto che alla fine è meglio di niente ma non serve davvero a nessuno.

Tornando a parlare strettamente di spalti, sarà un caso oppure no, il posticipo domenicale porta ben 8.531 spettatori ad una gara, come detto, non così affascinante in termini di classifica o condizione attuale delle due squadre. Di questi, sono 177 secondo i dati del botteghino i biglietti staccati per il settore ospiti. Dati davvero interessanti ed importanti, in netta controtendenza rispetto al passato ma coerenti con l’ultimo periodo storico in cui, dopo i due anni di negazione di ogni momento sociale, si sta registrando un importante ritorno del pubblico allo stadio. Come detto più volte, valorizzarlo o mortificarlo resta solo e purtroppo tutto nelle mani di quelle stesse persone che hanno, per esempio, portato i costi dei tagliandi a cifre tutt’altro che popolari. La speranza è sempre l’ultima a morire ma chi vive di speranza poi di speranza muore.

Parlando di tendenze, si conferma il buon momento della Curva Sud beneventana che, dopo un periodo di difficoltà, figlio anche delle controversie in seno alla sua stessa tifoseria, è tornata ad esprimere non solo numeri ben più rilevanti, ma anche una qualità diametralmente superiore. Sciarpate, bandiere, colori, battimani, striscioni, tanto gli ultras di Benevento quanto quelli di Ascoli danno vita ad una sfida che, per la vivacità dimostrata, sembrava annunciare uno scontro per accaparrarsi una qualche posizione di vertice. Invece è quasi il contrario e tanto per tornare sullo stesso discorso di cui sopra, rimandiamo a chi di dovere la responsabilità di usare questo entusiasmo come traino per una crescita parallela di tutto il movimento calcio, anche se il timore è che – al contrario – possa essere la depressione del calcio a risultare poi contagiosa per il suo pubblico. La speranza vivissima è quella, una volta tanto, di essere clamorosamente smentiti da chi il calcio lo comanda.

Foto di Pier Paolo Sacco
Testo a cura della redazione