Per la dodicesima giornata di Serie B, il calendario propone l’interessante confronto fra Benevento e Bari, in quel del “Vigorito” o “Santa Colomba”, come lo ricorderanno i più vecchi. Dopo una partenza stentata, sulla panchina dei sanniti è subentrato l’ex campione del mondo Fabio Cannavaro, tra l’altro senza che questo riuscisse a migliorare di molto le sorti dei giallorossi. Ostica è la prova che attende i padroni di casa opposti ai pugliesi, fin qui invece protagonisti di un campionato al di sopra delle aspettative, cosa che ha ovviamente galvanizzato la piazza e che in vista di questa giornata, in chiave schiettamente ultras, non può che far da preludio ad una sfida di alto livello, anche in virtù della rivalità fra le due tifoserie.

Il settore ospiti è andato tutto esaurito già con largo anticipo rispetto alle scadenze, tanto che le rivendite sono state costrette ad applicare filtri più restrittivi in quanto diversi tifosi baresi stavano acquistando biglietti di altri settori dello stadio, con ovvie ripercussioni e potenziali pericoli sulla gestione della gara da parte delle forze di sicurezza.

A ridosso della gara, la porzione dedicata agli ospiti appare tutta colorata di biancorosso con una bella sbandierata completata dallo striscione “Ovunque tu sarai” in transenna. Dall’altra parte delle barricate, la Curva Beneventana si presenta con una bella fumogenata caratterizzata dai colori sociali del club, il giallo e il rosso. Gruppo compatto e tanta, tanta voce che – ancora una volta – conferma quanto felice sia stata la scelta della tifoseria campana di mettere da parte screzi e personalismi di sorta per privilegiare il supporto alla squadra e il bene della Curva. Ci stanno riuscendo alla grande e questo dovrebbe essere un monito e una spinta a muoversi in tal senso per quanti ancora credono che restare arroccati sulle proprie diversità per annichilire il patrimonio comune possa essere in qualche modo produttivo.

La partita in campo termina con un pareggio, un punto che si spartiscono con soddisfazione le due contendenti le cui tifoserie, ognuna da par proprio, ha confermato il buon momento di forma personale e del movimento italiano in generale che, dopo la funesta parentesi degli ultimi due anni, sta regalando rinfrancanti sprazzi di normalità.

Pier Paolo Sacco