C’era tanta attesa per i calendari di Coppa Italia e alla composizione degli stessi, l’urna benevola ha subito sorteggiato il derby campano Salernitana-Benevento.

Da buon groundhopper mi organizzo subito per una bella trasferta e seguendo spesso anche il Brescia mi chiedo: “Perché non organizzare un week end nel salernitano vista la bella amicizia tra tifoserie?”.

Chiamo subito un amico di lunga data, che si offre tranquillamente di ospitarmi nel week end in questione, ma passa qualche giorno e da Salerno arriva la notizia che il campo dell’Arechi non è pronto, perciò si giocherà a Benevento.

Dal mio canto, tanto meglio: mi ha sempre affascinato l’idea di effettuare una trasferta con i Salernitani e poi, punto secondo, non ero mai stato allo stadio Ciro Vigorito.

A due giorni dalla partita, scopro che purtroppo i biglietti del settore ospite sono terminati e che avrei rischiato persino una diffida, se mi fossi presentato in trasferta senza biglietto ed avessi trovato dei funzionari particolarmente zelanti.

Imperterrito, decido di andarci a qualsiasi costo e la mattina prima del match, dopo aver macinato 1.000 km, il mio amico decide, molto onorevolmente, di cedermi il suo biglietto.

Si parte per la trasferta con moltissime macchinate, con qualche pullman e pulmini pronti a supportare i propri beniamini: oltre mille tifosi al seguito per una partita di Coppa Italia del 7 Agosto, sempre per sottolineare l’attaccamento pazzesco che moltissime volte contraddistingue le tifoserie del Sud.

A parte un ragazzo, non conoscevo nessuno, ma vengo subito accolto con grande cordialità da parte dei fratelli Salernitani, facendo subito amicizia con diverse persone. Durante la trasferta ci si conosce, si parla un po’ del più e del meno, delle varie situazioni sia a livello di tifo sia a livello societario tra le nostre squadre. 

Non posso negare il fatto che i Salernitani appaiono già in fibrillazione per la seconda giornata di campionato, quando ci sarà la caldissima sfida tra Salernitana e Verona. Una rivalità molto accesa, oltre a quelle con Napoli e Avellino. 

Si arriva a Benevento e senza scorta accediamo senza problemi al settore ospiti del Ciro Vigorito

In campo vince solo la noia con uno scialbo 0-0 che porta, dopo 120 minuti, ai calci di rigore. Sugli spalti, tuttavia, e come sempre, sono i tifosi a trionfare.

I tifosi di casa (curva quasi esaurita), cantano a squarciagola per tutta la durata del match e si mostrano belli carichi per quest’annata che, dopo una serie di sfortunatissimi playoff persi, li vedrà finalmente in cadetteria. A mio parere il Benevento, quest’anno, potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa e raggiungere una salvezza molto tranquilla pur da neopromossa.

Nel settore ospiti si inneggia e si canta oltre il novantesimo, sempre per i colori granata, ricordando, a sprazzi, la grande rivalità con Avellino: curiosamente quando parte il coro “Chi non salta insieme a noi cos’è? È di Avellino”, salta tutto il resto dello stadio.

Non mancano nemmeno i cori contro il presidente Lotito, con il quale anche a Salerno, come a Roma sponda Lazio, i rapporti si sono ormai deteriorati per il modo che lo stesso ha di gestire le sue squadre, sempre poco attento alla sensibilità e ai bisogni dei tifosi. Emblematico il play out contro il Lanciano, quando i tifosi hanno abbandonato lo stadio Arechi a 15 minuti dal termine del match, dopo aver sostenuto come sempre incessantemente la squadra, poiché non ritenevano ci fosse nulla da festeggiare.

La partita termina 2-4 ai calci i rigori ed è festa nel settore ospite, per questa vittoria nel primo derby campano stagionale. Il deflusso dal settore avviene in maniera compatta al grido “Noi non siamo napoletani”, evocando un altro derby che manca da un po’ e che ovviamente sognano di rigiocare quanto prima. 

La trasferta prosegue fino al rientro a Salerno, fra chiacchiere e risate, terminando in un pub alle due e mezza di notte fra cibo, birra e limoncello. Lunga e faticosa, ma è sempre bello e piacevole affrontare queste trasferte al sud Italia.

Federico Roccio.