Mentre atterro a Lisbona, un nonno di Monghidoro (il paese di Gianni) decide di entrare nella leggenda: in diretta sulla Rai, dice che tra Bologna e Benfica preferisce la seconda. Ma senza il “ben” davanti: panico in studio, ovazione sui social.

Insomma, la nuova trasferta europea non potrebbe cominciare meglio: mettici poi che a Lisbona è un autunno fresco, come un fine ottobre da noi, e allora la festa è completa. Tudo bem, dicono da quelle parti. E poi dai, diciamocelo: pur sull’Oceano, Lisboa è un pezzo d’Italia. Un po’ Genova per i vicoletti, un po’ Napoli per lo scorcio marittimo, un po’ Trieste per la Praca do Comercio. E gli italiani in effetti, sono un po’ ovunque.

Per arrivare allo stadio si prende comodamente la metro, mezz’ora o poco più: i bolognesi sono davvero tantissimi, non venivano da queste parti dal lontano 1998. Come finì all’epoca? 0-2, sì, ma contro lo Sporting. Questa volta c’è la parte rossa di Lisbona all’orizzonte. Quella che in teoria tifa il popolo (e infatti CR7 era biancoverde).

Sul da Luz che dire? Clamoroso: ha già vent’anni, ma sembra nuovo di pacca. Enorme, esagerato. Forse l’accoglienza per i giornalisti non è il top (specie il cibo…), ma nel complesso cavolo, parliamo di un gioiello. Più di 60mila posti, e un’intera cittadella dello sport fuori. Col palazzetto per basket, futsal, pallavolo, hockey, judo e chi più ne ha più ne metta. Fanno anche un concerto prima della gara. È tutto commercialissimo, sì… ma fatto bene.

Il pubblico (si sfiora il tutto esaurito) entra sugli spalti praticamente durante l’inno: fino a pochi minuti dal fischio d’inizio non c’è nessuno, poi puff, magia. Buio e…luz! Con tutti dentro. Delude però la tifoseria organizzata: il Benfica gli ultras ce li ha senza dubbio, ma contro il Bologna c’è una sparuta minoranza.

Si posizionano in basso, accendendo torce, e con sostegno vocale discreto, ma non eccezionale. Bello il coro a rispondere che coinvolge anche l’altra parte di stadio (c’è un piccolo gruppetto anche dall’altra parte). Nel complesso però ci si aspettava di meglio.

Capitolo bolognesi: il settore ospiti è andato sold-out in due ore, come a Liverpool e Birmingham. Un unico striscione (“Bologna”), e tanta voglia di fare la storia. Che arriva in parte: un pareggio che tutto sommato è oro. L’appuntamento è per fine gennaio, in quella che verosimilmente sarà l’ultima trasferta europea: sempre a Lisbona. Questa volta però, contro la parte biancoverde: lo Sporting. Casa CR7. Che per la cronaca, è gemellata con la Fiorentina: se ne vedranno delle belle.

Stefano Brunetti