Chiaravalle è una piccola cittadina in provincia di Ancona di appena 16.000 abitanti ma nonostante il cono d’ombra del capoluogo, la sua rappresentativa calcistica festeggia il ragguardevole traguardo del centenario. I rossoblu che portano il nome del pilota deceduto durante il Gran Premio di Strasburgo del 1922, più che alle loro imprese calcistiche, limitate per lo più a campionati dilettantistici, devono la loro notorietà anche alla lunga tradizione del movimento ultras cittadino.

Nati nel 1972 con il nome appunto di “Ultras 1972”, a quel primo nucleo si affiancarono o si avvicendarono poi negli anni “Brigate”, “Ultras Biagio”, “Settore nord” per dare man forte e perpetuare il tifo locale. Ci sono insomma da festeggiare anche 50 anni tondi da quel 1972 in cui i primi ultras poggiarono le basi del tifo organizzato cittadino. Da lì in poi non è mai venuto meno il loro sostegno, sia in casa che ovviamente in trasferta. Scolpiti nella pietra dei ricordi tutti ricordano la trasferta di Sant’Angelo in Vado con 3 pullman al seguito e incidenti a fine partita, la trasferta a San Donato Tavernelle nella fase a gironi con diversi arresti e i 400 Biagiotti ad Anzio per la finale nazionale di Eccellenza.

Oggi nonostante i rapporti con la società siano tutt’altro che sereni e i troppi campionati spesi tra Promozione ed Eccellenza abbiano portato il “Comunale” a svuotarsi, la fiamma dell’amore per quei colori e per gli ideali ultras brucia ancora. Dimostrazione ne è l’avvento di un gruppo di nuove leve, i “Good boys”, affiancatisi ai ragazzi delle ex “Brigate” che fa guardare con speranza agli anni a venire del movimento ultras Chiaravallese e con esso anche a quello calcistico. Perché non di rado, dove una comunità ha resistito a sostegno fedele della propria compagine, prima o poi sono sopraggiunti anche nuovi fasti a rinverdire quelli di un passato spesso fin troppo remoto. L’augurio di lunga vita è d’obbligo insomma, per la Chiaravalle del calcio e dei suoi ultras.

Francesco Fortunato