La mia scelta per questa domenica è stata in dubbio fino alla fine. Nella vicina Barletta è andata infatti in scena l’ennesima barzelletta italiana con il divieto di trasferta agli ospiti nocerini arrivato solo il venerdì sera. Per cui anziché cedere alla tentazione di rivedere per l’ennesima volta i biancorossi in grande spolvero, la mia scelta è ricaduta su una gara con la possibilità di vedere entrambe le tifoserie presenti e a confronto. In tal senso ha pesato anche la curiosità di rivedere all’opera i sipontini, tifoseria che non vedevo da diverso tempo ma che m’è sempre piaciuta. Apprezzata pochissime volte dal vivo nell’ultimo quindicennio, ma ogni volta m’ha sempre lasciato qualcosa, così come da ragazzo sono sempre stato attratto dalle immagini del loro stadio “Miramare” che passavano nelle tv locali, un impianto davvero caratteristico a due passi dal mare, un catino ribollente ricavato fra le rocce, difficile per ogni tifoseria ospite.
Tornando all’attualità, siamo ormai a fine ottobre, in una domenica pienamente autunnale, ma che nei fatti permette ancora di crogiolarsi sotto un sole incredibile. Arrivo a Bisceglie in treno, in largo anticipo, riuscendo così a fare anche due passi nel bel porticciolo, animato da tanta gente e con gli odori del mare che arrivano prepotenti non solo dal borgo antico, ma anche dai vari ristoranti e osterie presenti in zona.
Per sfilarmi da questa piacevole tortura guadagno l’ingresso al “Ventura”, un campo che, conti alla mano e per una strana combinazione, ho visitato per ben tre volte nell’ultimo mese e mezzo, una tale frequenza che supera tutti i miei precedenti in loco. Arriva anche il gruppo da Manfredonia a circa venti minuti dall’inizio della partita e già si possono sentire i primi sfottò tra le tifoserie. Prendono posizione dietro un’unica pezza in circa una settantina di persone. Rimango il primo tempo sotto al loro settore e senza ombra di dubbio li trovo in grandissima forma. Già dall’ingresso si sono fatti notare per la compattezza, offrendo una prova superlativa. Un po’ di colore offerto da qualche bandierina ma per il resto il loro stile è molto asciutto: l’ultima volta che li vidi, circa quindici anni fa, li definii molto british, stessa impressione che mi hanno restituito a distanza di anni, anche se a differenza di allora, oggi sono accompagnati da un tamburo. Belle manate, tanta voce, mi rimane in mente soprattutto il coro a ripetere “Ultras non dare retta a chi questa cosa non l’ha capita”, motto che campeggiava anche su un loro vecchio striscione. Nel complesso davvero buoni in tutto, l’augurio è che possano tornare prima o poi in categorie migliori, che come piazza e come ultras meritano.
Spostandomi dall’altra parte del campo, venendo ai biscegliesi che ho già visto all’opera quest’anno, sempre ricavandone una buona impressione, offrono anche questa volta una buona prova, con un incitamento costante per tutti i novanta minuti, al netto del settore troppo defilato in cui hanno deciso di collocarsi, scelta che in certo qual modo impatta sul loro tifo. Colorati da diverse bandiere e bandierine, offrono un colpo d’occhio molto bello. Il loro costante impegno sta portando i suoi frutti, domenica dopo domenica, per cui meritano sicuramente un plauso per le scelte rischiose fatte in termini logistici.
Presenti in buon numero anche nel settore di gradinata, dove invece ha preferito collocarsi l’altra costola della tifoseria nerazzurra. Si fanno sentire anche loro a più riprese e offrono inizialmente una fumogenata vecchia maniera con i colori sociali della squadra. Tanti cori di sfottò anche dalle due anime biscegliesi verso gli ospiti, in definitiva una sfida vivace, piacevole, una scelta per me più che azzeccata, che non mi lascia alcun rimpianto verso gare di categoria superiore snobbate anche per colpa dei signori censori.
Massimo D’Innocenzi