La semifinale dei Playout oppone Bisceglie e Paganese, due compagini del girone C di Serie C. All’andata a Pagani era finita 2-1 per i campani, quindi quest’oggi, a campi invertiti, per continuare il cammino verso la salvezza i padroni di casa hanno a disposizione solo un risultato: la vittoria. Agli ospiti invece basterebbe un pareggio per accedere alla finale e giocarsi tutto contro la Lucchese che, a sua volta, ha vinto la semifinale del girone A contro il Cuneo.

Nello stadio regna un’atmosfera freddissima, sia meteorologicamente sia dal punto di vista del tifo. Gli ultras biscegliesi sono assenti perché in forte contestazione col presidente Canonico, che ad agosto scorso tentò di portare il titolo sportivo a Bari per far ripartire la compagine del capoluogo dopo il fallimento.

I paganesi sono invece presenti in 300 unità circa ma sono in silenzio. Nel settore hanno affisso lo striscione che da qualche tempo li rappresenta: “Resistere per continuare ad esistere”. Attaccato all’inferriata c’è anche un drappo dei fratelli degli “Uber Alles Frosinone”.

La partita comincia, arrivano i primi gol, ma l’atmosfera continua ad essere surreale con un silenzio assoluto che permane come una cappa di piombo. Il clima cambia a cinque minuti dall’intervallo, quando gli ospiti cominciano a sostenere la propria squadra, nonostante la stessa faccia, poco dopo, rientro negli spogliatoi con un pesante 4-1 al passivo che sembra ormai precludere ogni speranza.

All’inizio del secondo tempo, i paganesi inscenano una coreografia con cartoncini azzurri, bianchi e blu con le frasi: “È la mia città”, “La difenderò”, “Mai la lascerò”. In questa ripresa il loro tifo ha tutta un’altra marcia, cantano con convinzione e continuità fin oltre il novantesimo minuto. La loro squadra sembra recepire la scossa, ma il tentativo di rimonta si ferma sul 4-3 per il Bisceglie, vanificato in sostanza dal pessimo primo tempo. Saranno dunque i pugliesi a giocarsi il tutto per tutto nella finale contro la Lucchese mentre ai campani resta l’amaro boccone della retrocessione in Serie D.

Vincenzo Fasanella