Allo Stadio degli Ulivi di Bitonto, i padroni di casa affrontano nel derby pugliese l’Altamura a caccia di tre punti importanti per la classifica. L’affluenza di pubblico è ben al di sotto delle aspettative, infatti dalla città murgiana i tifosi presenti sono circa un centinaio mentre i neroverdi si attestano sulle 300 unità. L’orario, il match si disputa infatti alle 14.30, e soprattutto il costo del biglietto, 15 euro per il settore ospiti e 20 euro per i settori di casa, non aiutano l’affluenza

In passato il movimento ultras, in una delle sue tante forme di protesta, aveva chiamato a raccolta i gruppi d’Italia dietro al motto: “Se i ragazzi sono uniti non saranno mai sconfitti”. L’adesione era stata totale e soprattutto i gruppi “minori” avevano appoggiato l’iniziativa spinti dal desiderio di trovare una forma di legittimazione che poteva passare anche dall’appoggio a una protesta che, almeno all’epoca, li toccava marginalmente. A distanza di anni, anche se solo parzialmente, si possono tirare le somme: il calcio spezzatino da eccezione è diventata regola e il caro prezzi è una costante che ormai ha travolto tutte le tifoserie e nessuno si stupisce più dei prezzi applicati dalle varie società di calcio. I tifosi, sempre più consumatori e sempre meno appassionati, raramente hanno insomma ottenuto dei risultati dalle proprie proteste, forse anche a causa di mancanza di visione unica, tanto auspicata, che ad oggi si è tradotta solo in frase buone per fare striscioni.

A proposito di caro prezzi, il recente caso di Milan-Atletico Madrid aveva creato scalpore anche tra le grandi testate  giornalistiche, che avevano dato spazio alle proteste della Curva Sud Milan. La levata di scudi aveva in parte portato dei risultati, spingendo l’AC Milan a rivedere la propria posizione. 

Altamura e gli Altamurani invece non godono della stessa visibilità mediatica e le loro proteste non hanno sortito gli effetti sperati; i murgiani hanno deciso di non comprare in prevendita i biglietti e hanno dovuto mercanteggiare un costo più popolare all’ingresso del settore ospiti. 

Le due vicende mostrano che se i ragazzi fossero stati veramente uniti, nella loro totalità, gli organi mainstream  avrebbero dato risalto alla protesta dei milanisti come a quella degli Altamurani o di chiunque altro e forse il caro prezzi sarebbe trattato come un problema trasversale che coinvolge tutte le realtà calcistiche, Milanisti e Altamurani senza alcuna distinzione.

In tv gli “chef del pallone” ci raccontano e descrivono ricette buone per riportare il pubblico sugli spalti, ignorando che basterebbero poche ma semplici regole: si potrebbe partire dall’applicare prezzi popolari dalla serie A alla serie D, con costi in linea con la categoria, dando voce e risalto non solo alle rimostranze della grandi curve. 

Sul piano del tifo c’è ben poco da raccontare, anche perché quando lo sport più popolare diventa un fenomeno di nicchia qualsiasi aspetto passa in secondo piano. Da segnalare l’esposizione nel corso della partita di striscioni di vicinanza al popolo catanese colpito dall’alluvione; almeno sul fronte della solidarietà le tifoserie e gli organi di comunicazione mostrano di essere uniti, trattando le tragedie con eguale dignità.

Michele D’Urso