Su giornali, radio e tv locali bolognesi, da giorni non si parlava d’altro: la calata dei lanzichenecchi da Nord, le truppe germaniche vestite di giallo e nero, con intenzioni tutt’altro che positive, nella loro discesa sotto le Due Torri.

Sono almeno 3mila, e cominciano a vedersi sulla via Emilia già nelle ventiquattr’ore antecedenti la partita: si radunano tutti a Villa Cassarini, dietro Porta Saragozza. E da lì, faranno un lungo corteo verso lo stadio, di cui si sentirà l’eco per tutta la città.

Al “Dall’Ara”, grazie a questa presenza massiccia, è una vera serata da Champions: solo sfiorata, per motivi diversi, con Shakhtar e Monaco. Meglio col Lille. Ma coi Borussia, è decisamente un’altra cosa. Con loro ci sono anche i gemellati di Catania, con una pezza ben visibile nel mare giallo e nero.

Capitolo locali: stadio praticamente esaurito. Nei distinti c’è una bellissima coreografia permanente che riguarda 8mila persone, e che con casacche rosso-bianco-blu daranno vita ai colori del club per tutta la serata. Uno spettacolo veramente notevole. Mentre la “Andrea Costa”, dal canto suo, darà fondo a riserve pirotecniche degne di un Capodanno, capaci di rendere il “Dall’Ara” per una notte uno stadio balcanico.

La partita è vietata ai deboli di cuore: Borussia in vantaggio, il Bologna però la ribalta nel secondo tempo, scatenando un boato che non si sentiva dai tempi di Baggio. C’è l’eliminazione finale, anche se fa meno male del previsto. E alla fine, sotto le note di Cremonini e Dalla, è comunque festa completa: anche fuori dallo stadio.

I Borussia invece contestano fortemente i propri giocatori, reduci dalla quarta sconfitta a gennaio: a fine gara esonero per Sahin, stagione finora disastrosa per loro. E sugli spalti? Belli paradossalmente fino al fischio d’inizio, meno durante la gara. Con tanti danni registrati nel bagno del settore ospiti.

Insomma, è stata una notta europea al limite del magico per le Due Torri: la speranza, adesso, è far sì che quest’anno non resti una mosca bianca. Ma l’inizio di un percorso, che riporti Bologna stabilmente nel Vecchio Continente. Dove quantomeno a livello di pubblico, ha dimostrato di poterci stare alla grande.

Testo e foto di Stefano Brunetti