Quante cose possono cambiare in un girone? Tante, molte, a volte, tutto.
Prendiamo il caso in questione: quello di Bologna-Empoli; che nello scorso dicembre, era ancora il 2018, si sfidavano al “Castellani” in uno scontro-salvezza già di notevole importanza. Con due allenatori diversi, rispetto ad oggi, sulle rispettive panchine: Iachini in quella azzurra, Inzaghi su quella rossoblù. Risultato: 2-1, coi toscani in paradiso e i rossoblù in un metaforico inferno. O quantomeno, in purgatorio.
Da allora, nonostante siano passati poco più di quattro mesi, tutto è cambiato: un cambio di allenatore per parte (per l’Empoli, il secondo) ed una prospettiva capovolta rispetto al girone precedente, col primo match-ball salvezza per il Bologna e una delle ultime chiamate per la squadra azzurra. Che arriva al Dall’Ara alla ricerca disperata di punti, seguita da almeno 3-400 tifosi, pronti a sostenerla fino all’ultimo; impresa non facile, in uno stadio praticamente esaurito (venticinquemila spettatori), anche grazie alla bella giornata di sole e alle promozioni favorite dalla società (universitari a 10 euro, più varie riduzioni per i minorenni), oltre ovviamente all’occasione unica per chiudere anticipatamente il discorso salvezza.
La Curva Bulgarelli, già Andrea Costa, lo sa e spinge i suoi fin dall’inizio con un tifo infernale, seguita spesso e volentieri dal resto dello stadio: dall’altra parte, i supporter empolesi, approfittano delle poche pause dei casalinghi per far sentire la propria voce. Pajac, in avvio di partita, gela il Dall’Ara, dando una gioia ai suoi tifosi. Nella ripresa, forse scossi dalle famose sfuriate di Mihajlovic, i rossoblù entrano in campo con un altro piglio, ribaltando presto il risultato: il 3-1 finale è un trionfo collettivo, che porta a segnare tre giocatori diversi, sulle ali dell’entusiasmo di un pubblico in estasi.
A fine partita, il giusto tributo ad una squadra in una forma strepitosa, reduce dalla quinta vittoria consecutiva in casa (roba che non succedeva dal Guidolin 2002-2003), con la salvezza matematica ora ad un passo; dall’altra parte, i supporter empolesi rendono comunque onore ai propri giocatori, imbeccandosi al contempo col pubblico casalingo, nel solco di una tradizione che mette da sempre, bolognesi e toscani, in posizioni antitetiche.
Testo di Stefano Brunetti.
Foto di Luigi Bisio.