È una stagione particolare per il Bologna o, per meglio dire, è un periodo particolare che si protrae ormai già da un po’. Con la società canadese di Joey Saputo, passata la fase in cui le si è concesso tempo e fiducia, i rapporti cominciano a vacillare. Sono ben lontani gli anni degli spettri più spaventosi della retrocessione in C ma altresì, la compagine felsinea continua a vivacchiare ormai da troppo nelle zone medio-basse della classifica. A un certo margine dalla bagarre salvezza, per fortuna, ma altrettanto lontana dalle zone nobili e da ogni minimo guizzo che potrebbe iniettare fiducia ed entusiasmo ad una piazza stanca.

A pagare per ora è stato il tecnico Mihajlović, esonerato forse persino troppo tardi. Poteva essere sollevato in estate per ricominciare un nuovo percorso tecnico, invece la tempistica tardiva finisce per avallare la teoria del capro espiatorio. Dopo la vittoria quasi inattesa contro la Fiorentina, in un ambiente scosso dal terremoto interno e in cui Thiago Motta non si era ancora ufficialmente insediato, l’ufficiale esordio del tecnico italo-brasiliano è stato invece in chiaroscuro. In una partita avara di emozioni, l’Empoli è stato infatti capace di trovare lo spunto giusto per rompere l’equilibrio, a un quarto d’ora dalla fine con Bandinelli, portandosi poi a casa l’intera posta in palio.

Se la classifica langue ancora, nonostante tutto la piazza continua a mostrare segni di grande attaccamento. Non sono tantissimi gli spettatori totali, secondo le stime attestatisi a 15.670, ma la Curva Andrea Costa si presenta come sempre piena e colorata. Tradizionale sciarpata ad inizio gara, un tappeto di rosso e di blu in cui affiora qua e là una colonna di fumo di qualche torcia accesa di soppiatto. Tifo vocale che si potrebbe definire di ordinaria amministrazione, senza infamie e senza lode, in cui va sottolineato per la cronaca uno striscione della “Vecchia Guardia” indirizzato al giornalista bolognese Ivan Zazzaroni. Lo stesso, facendo un passo indietro, è fra quelli che hanno criticato la scelta dell’esonero di Mihajlović andandola ad inquadrare però sotto il profilo umano, quando lo stesso Siniša aveva sempre chiesto di non essere compatito per la sua malattia ma giudicato come allenatore. Lo striscione ricorda semplicemente a Zazzaroni di non fare troppe morali quando lui stesso, prima che il serbo rendesse pubblica la sua malattia, ne aveva invaso e venduto la privacy per realizzare il classico scoop giornalistico.

Bella la presenza empolese. Chiaramente non parliamo di numeri esorbitanti ma siamo in linea con quello che è il bacino del piccolo centro, tra l’altro a due passi dalla più ingombrante e blasonata Firenze. Eppure Empoli ha saputo ritagliarsi il suo angoletto nel calcio dei grandi e altrettanto bene stanno facendo i suoi ultras, da anni ormai sempre al fianco della propria compagine e che hanno saputo anche ridisegnare le proprie gerarchie dopo la fine dello storico e lunghissimo duopolio RangersDesperados a cui sono sopravvissuti solo questi ultimi. Il risultato del campo, come detto, li premia con una importante vittoria che consente loro di cercare di accumulare quel tesoretto che varrebbe la salvezza.

Luigi Bisio