Un Dall’Ara tutto esaurito, anche grazie a una massiccia presenza degli interisti, fa da palcoscenico per una Pasqua particolare: la capolista contro la quarta, che già si sfidarono di questi tempi nell’anno di grazia 1964. L’anno dello spareggio di Roma
Le due tifoserie non si amano, né si sono mai amate; le scaramucce verbali partono già dal pre-gara. I bolognesi ce l’hanno in particolar modo coi propri concittadini, quelli interisti. Mentre gli interisti, sfoderano il repertorio di sempre: sulle specialità di casa, e via dicendo.
Il clima in generale è bello: per stare in tema pasquale, di Passione. Gli interisti stanno in silenzio per i primi venti minuti, in ossequio alla linea decisa ad inizio mese per protestare contro la feroce repressione che punisce collettivamente le colpe individuali. Ma quando decidono di cantare, anche la sfida sugli spalti, oltre quella in campo, diventa molto interessante.
È una domenica combattuta, mai banale. Italiano viene espulso, e la sua salita in tribuna viene salutata come quella del Gladiatore nel famoso film. Alla fine poi, ecco la sorpresa nell’uovo di Pasqua: un eurogol di Orsolini, che dà vita ad una festa un po’ laica e un po’ religiosa.
Gli interisti comprendono, avendo i propri giocato (con successo) pochi giorni prima in Champions. I bolognesi invece festeggiano la squadra come degli eroi tornati dalla guerra. Alla fine è festa sotto la curva. Partono sfottò agli ospiti (“Vincerete il tricolor”). Il cielo, di colore rossoblù per il tramonto, sorride alle Due Torri.
Testo di Stefano Brunetti
Foto di Luigi Bisio


































