Per l’ultima giornata di campionato arriva a Bologna, fresca vincitrice dello scudetto 2016-17, la Juventus. Presenti quasi 30.000 spettatori con solo alcune zone laterali della tribuna ed il settore cuscinetto che divide il settore ospiti con la curva San Luca che rimangono vuote.

Qualche minuto prima della partita, il presidente del Bologna Joe Saputo si dirige verso la curva rossoblu ad applaudire i tifosi e ringraziarli per la stagione vissuta assieme, seppur fra alti e bassi viste le prestazioni della squadra non sempre entusiasmanti.

Venendo al tifo di casa, dal settore Forever Ultras si alza un lungo striscione: TRENT’ANNI SONO UN NIENTE… BAFFO SEI SEMPRE FRA LA TUA GENTE; in ricordo di un noto componente del gruppo di cui, com’è facile intuire, ricorre l’anniversario della scomparsa. All’entrata dei giocatori in campo, si crea il solito tappeto di vessilli rossoblu fatto di sciarpe, bandiere e qualche fumogeno, mentre il tifo si scalda cantando: “Chi non saltà è Juventino”.

Per l’arrivo all’ombra delle Due Torri di uno degli avversari più malvisti, per l’incarnazione del potere forte calcistico ma anche perché considerato fautore di una delle retrocessioni dei rossoblu, molto partecipe è risultato l’apporto da parte di tutta la curva, tanto a livello offensivo, com’era facile intuire, ma anche a sostegno della propria squadra.

Altri striscioni troveranno posto nel corso della gara, come un “CIAO NICO” nella zona dei “Mai Domi” a “UN SALUTO DAL CIELO AI BIMBI DI MANCHESTER” in zona Vecchia guardia, ovvio riferimento alle vittime del recente attentato avvenuto durante un concerto in Inghilterra. Poi ancora “BIENVENUE 1642 MTL” dei CTB per dare il benvenuto ad alcuni ultras della squadra canadese di Montreal, ospiti quest’oggi. Curiosamente, il proprietario del sodalizio nord-americano è sempre Joe Saputo.

Nel secondo tempo continua questa sorta di festival dello striscione “NON C’È SENTENZA CHE CAMBI LA NOSTRA ESSENZA: ULTRAS LIBERI” oltre ad uno che esprime solidarietà ai Viking della Juve: “IN UN SISTEMA CHE CI RINNEGA C’È ANCORA CHI NON SI PIEGA, VIKINGO TIENI DURO!”.

Da segnalare che per tutta la partita ha campeggiato costantemente un altro striscione: “NOI VOGLIAMO UN NOSTRO DIRITTO: CAMPIONATO 26/27 LO SCUDETTO”; stagione in cui il titolo fu vinto dal Torino e poi revocato per un presunto illecito, con il Bologna che, arrivato secondo, ne richiede l’assegnazione in proprio favore. Questo striscione farà il giro di tutta la curva, fermandosi di volta in volta in tutte le zone in cui risiedono i gruppi più importanti, fermandosi poi nella vetrata centrale. Nell’ottica di questa stessa protesta, prima della partita, davanti ai cancelli principali di Curva, Distinti e Tribuna sono stati allestiti dei banchetti per una raccolta firma atta a perorare la causa dell’assegnazione di questo famoso scudetto.

Del tifo juventino si può dire che la presenza è stata abbastanza alta (circa 8.000 i presenti) sparsi un po’ ovunque fra il settore ospite, dove troviamo Drughi, Tradizione con qualche sezione di altre città, poi il settore cuscinetto, stranamente lasciato vuoto, e tutto il resto della tifoseria che si divide in San Luca, con il Nucleo affiancato da tante altre piccole pezze, mentre tanti altri troveranno posto fra i distinti e la tribuna, per lo più accogliendo semplici tifosi con le loro famiglie.

Riguardo al mero tifo canoro, mi aspettavo qualcosa di più sinceramente in virtù del già menzionato scudetto appena vinto dalla Juventus e dei numeri sempre importanti che sposta questa compagine. A parte una discreta sciarpata finale, nemmeno i cori offensivi sono stati convincenti, non riuscendo mai a trovare compattezza e cantando alternativamente prima da una parte e poi dall’altra.

Nel finale, vinta per 2-1 la gara dalla Juventus, una 60ina di steward si sono disposti a bordocampo, davanti il settore ospiti, arginando ogni possibile velleità di invasione: in tanti anni, mai visto una cosa del genere; l’esatto contrario succede invece nella curva rossoblu, dove una decina di steward al massimo, si limitano a controllare a vista i tifosi che, da parte loro, si sono fermati a cavalcioni sulle vetrata.

Luigi Bisio.