Il derby della via Emilia fra Bologna e Parma si gioca in un lunedì sera di metà maggio con una temperatura che è però quasi invernale ed una pioggia leggera ma fastidiosa. Discreta l’affluenza di pubblico considerando l’orario e il giorno lavorativo: il dato si aggira attorno alle 20.000 unità, che però risulta meno esaltante se si pensa che è appunto pur sempre un derby, oltre che una partita di importanza unica in cui le due squadre si giocano punti pesantissimi per la salvezza.

Fuori dallo stadio viene appeso uno striscione rimbalzato ai varchi per il suo contenuto: il riferimento, critico ovviamente vista la rivalità, è all’ipotesi che le partite di Champions League del Napoli vengano giocate al “Dall’Ara” per i lavori di ristrutturazione al “San Paolo”.

Prima della partita viene depositato un mazzo di fiori davanti alla vetrata della curva con tanto di annuncio dello speaker in ricordo di Robby, noto tifoso rossoblu scomparso. Tifo di casa con pochi cali di voce e cori sia contro i “cugini” del Parma che contro il Napoli. Nel finale, dopo la vittoria netta in campo del Bologna, si levano anche cori che invitano l’allenatore Mihajlovic a restare, vista la media punti da qualificazione europea con cui ha tirato fuori la squadra dalle sabbie mobili, riscattandola da un inizio di campionato disastroso.

Dalla vicina Parma circa 800 tifosi con i Boys che si muovono in treno arrivando pochi minuti prima dell’inizio della partita, in leggero ritardo a causa del forte maltempo che ha creato diversi disagi al traffico ferroviario ed anche per alcuni problemi con le forze dell’ordine. Tifo inizialmente costante e rumoroso, improntato su cori offensivi e bandiere di varie dimensioni che paradossalmente aumenta ancora più di intensità sul 3-0 per i padroni di casa, fino al termine della partita dove prende corpo una contestazione per la pessima prestazione in cui invitano i giocatori a ritornare negli spogliatoi evitando di lanciare le maglie che in campo hanno dimenticato di onorare.

Luigi Bisio