Sono quasi 26mila gli spettatori che accorrono al “Dall’Ara” di Bologna per la sfida fra i rossoblù di casa e la Roma. Un buon riscontro di pubblico nonostante si giochi sì di domenica ma alle 18, orario non proprio canonico ma sempre meglio dell’ultimo posticipo e della prospettiva di tornare a casa verso le undici di sera con una nuova settimana lavorativa che incombe. Principale coadiuvante è l’entusiasmo che si respira attorno alla compagine di Thiago Motta, tecnico capace di riavvicinare almeno in parte il Bologna ai fasti di quello “squadrone che tremare il mondo fa”, portandolo almeno per ora a competere per un posto in Europa.

Dalla prospettiva del tifo organizzato, la gara fra felsinei e capitolini mette di fronte due pezzi di storia del mondo ultras e rievoca tutta un’aneddotica ricchissima di eventi appassionanti, rocamboleschi e talvolta persino contraddittori come solo il lungo percorso che ha portato le due tifoserie dal gemellaggio alla attuale rivalità può esserlo. Eventi noti e meno noti come quello riguardante il tifoso giallorosso Alessandro Spoletini che dopo la trasferta a Bologna nel 2001 finì in coma: “caduto dalle scale”, “caduto da solo”, “indagini inutili”, “115 tifosi denunciati”, “tifosi con i coltelli”, “tifosi accoltellati”, la macchina mediatica come sempre si mise in moto per tentare di occultare e assolvere colpevoli e coprire lacune. Volete provare ad indovinare come andò sulla base di questi indizi? Bravissimi, avete indovinato: alla fine, come atto dovuto da parte della Procura, un poliziotto venne iscritto nel registro degli indagati a margine di una giornata delirante in cui l’ordine pubblico fu a dir poco gestito male, in cui – come prassi dell’epoca – i manganelli furono impugnati e usati rigorosamente al contrario. Ne venne fuori che Spoletini fu sgambettato da un agente ma alla fine lo stesso fu assolto. Se la giustizia restò una lontana chimera, quanto meno Alessandro si riebbe dal coma. E anche quest’oggi, alla lunga sequela di avvenimenti, si vanno a sommare alcuni incidenti che si verificano prima della partita all’esterno dello stadio, nelle sue immediate vicinanze.

Venendo al tifo più strettamente detto, alcuni minuti prima dell’incontro una decina di tifosi entrano in campo con varie bandiere di tutti i gruppi sventolate mentre sugli spalti va in scena il ricordo di Siniša Mihajlović. Ad un anno dalla sua scomparsa, diversi sono gli striscioni sparsi in Curva che ne celebrano la memoria, fra fumogeni ed una bella sciarpata che poco dopo colorano tutto il settore per salutare la squadra che mette piede in campo. Con la sciarpata ancora in atto, al di sopra della balconata centrale viene aperto lo striscione “CIAO GUERRIERO!” ed una gigantografia per l’ultimo saluto a un ragazzo molto vicino alla Curva.

Settore ospiti pieno in tutta la sua capienza che attualmente consta di 2.500 posti, anche se in tanti (circa 800) si aggiungono nel settore adiacenti e altri ancora sono sparsi in altri settori. In linea con la scelta intrapresa nell’ultimo periodo, non ci sono striscioni di gruppo a rappresentarli ma solo una grande lupa su sfondo giallorosso, anche se in un angolo si nota la morte incappucciata dei furono “Fedayn” ora ripresa dal “Gruppo Quadraro”.

Salta all’occhio lo striscione “CROLLA LA TORRE” chiaramente contro i dirimpettai, che si riferisce ai problemi di stabilità di una delle due torri, la Garisenda per la precisione, che è stata messa in sicurezza e sarà interessata da lunghi e costosi lavori per scongiurarne il crollo. Diversi fumogeni lanciati in campo che per qualche minuto riducono la visibilità come le partite degli anni ’80 e ’90, per il resto il settore risulta sempre molto attivo, specialmente con battimani tanto belli da vedere quanto da sentire. In campo invece, la partita finisce 2-0 per il Bologna che festeggia una vittoria importantissima, che conferma tutta la sua solidità e li porta al quarto posto, mentre i romani vengono lungamente trattenuti all’interno dello stadio a rimuginare sulla sconfitta e su un’annata che nei sogni dei tifosi poteva e doveva essere di rilancio, invece sta palesando più di qualche difficoltà per gli uomini di Mourinho.

Luigi Bisio