Inclusione, partecipazione, libertà. Ogni giorno sentiamo questo mantra ripetersi all’infinito, riguardante valori che nessuno potrebbe mettere in discussione: ma ecco il calcio nel silenzio generale, senza urla o vesti strappate da parte di intellettualoni vari, che le disattende con una regolarità disarmante. L’ultimo esempio? In Bologna-Roma, vietata ai tifosi ospiti residenti nel Lazio. Cioè di fatto al tifo organizzato capitolino. Esclusi dalla partita

Il risultato è di una domenica che sarebbe potuta essere grandiosa sugli spalti, con circa 30mila spettatori ed una rivalità bella sentita, che si svolge però solo a metà: a pesare sulla decisione del Prefetto di Bologna ci sono i disordini di un anno prima, i presunti scontri in uno dei derby più tranquilli degli ultimi anni e Virtus-Napoli di basket in contemporanea (ma col Napoli Calcio che gioca al Maradona, verosimilmente, quanti ultras campani ci sarebbero stati?)

Il settore ospiti è comunque pieno, perché la Roma raccoglie tifosi un po’ ovunque, ma è evidente che senza la parte calda della Curva Sud lo spettacolo, come detto, si realizza solo in parte: sul campo viene fuori anche una bella partita, mai banale (2-2 dopo una girandola di emozioni incredibile) ma resta quell’amaro in bocca, per quello che poteva essere, e non è stato.

La curva di casa ci ha messo del suo con il solito corollario di cori, battimani, la tradizionale sciarpata iniziale replicata anche in seconda battuta e una sana spruzzata di pirotecnica. Purtroppo però ci ha messo del suo anche l’ONMS…

Testo di Stefano Brunetti
Foto di Luigi Bisio