Nel posticipo serale del sabato sera del “Dall’Ara” si incontrano i padroni di casa del Bologna e la Sampdoria, due squadre in crisi di risultati che hanno entrambe visto un avvicendamento sulla propria panchina. Thiago Motta ha rilevato quella che fu di Siniša Mihajlović ma senza esser riuscito finora ad invertirne il trend negativo, con due sconfitte all’attivo su due partite giocate; la Sampdoria invece vede proprio stasera esordire il nuovo tecnico Dejan Stanković che fra le altre cose, dal 2009 al 2012, era stato compagno di squadra di Motta nell’Inter anche se stasera, verosimilmente, non ci sarà troppo spazio per la nostalgia.

Circa 20.000 gli spettatori presenti con la Curva di casa che si presenta al fischio d’inizio sempre colorata di bandiere, fumogeni, torce big flash, sciarpe ed incita poi la squadra a gran voce per circa quindici minuti che risultano davvero di gran livello. In seconda battuta il lungo striscione “Chi non lotta se ne deve andare” si impone inequivocabile al centro del settore, rimanendovi esposto per diversi minuti. L’antifona è chiaramente data ad intendere ad alcuni giocatori che, pur cambiando il tecnico, continuano a dimostrarsi al di sotto delle aspettative e quanto meno corresponsabili in questo periodo di crisi di risultati.

Il tifo vocale è sempre intenso e continuo per tutto l’incontro fino al pareggio della Sampdoria e si conclude con una sonora quanto doverosa bordata di fischi. Al termine della partita i giocatori si recano verso la Curva probabilmente con l’intento di lanciare la maglia e scusarsi per una prestazione molto deludente, soprattutto nel secondo tempo, ma a chiari gesti l’invito della tifoseria è quello di desistere e prendere direttamente e a testa bassa la via degli spogliatoi. Nei giorni successivi poi, a Casteldebole, presso il centro sportivo del Bologna ci sarà un duro faccia a faccia fra alcuni componenti della Curva ed i giocatori, ai quali viene rinnovata di persona la lamentela per non essere all’altezza della situazione e delle loro possibilità.

Facendo un passo indietro e parlando degli ospiti, questi si presentano a Bologna in circa 1.500 con al loro fianco anche una rappresentanza, con tanto di pezza, dei gemellati dei Boys Parma. Tifo vocale che inizia già con largo anticipo rispetto all’inizio della partita, tantissime bandiere di varie dimensioni e un colpo d’occhio, favorito dalla particolarità cromatica dei loro colori sociali, come davvero in rare occasioni s’è visto a Bologna.

Ottima la continuità, non si fermano praticamente mai con diverse torce, fumogeni e un paio di strisce laterali disposte in verticale alla maniera dei “tirantes” tipici del tifo argentino, che rimarranno aperti per tutta la durata dell’incontro.

La partita in campo finisce con un pareggio per 1 a 1 accolto senza dubbio meglio dai tifosi blucerchiati, che dopo il triplice fischio scendono verso i gradoni più bassi per festeggiare il risultato assieme alla squadra, sperando che questo pareggio possa imprimere, unitamente al carattere del tecnico Stanković, un nuovo abbrivio che permetta di risalire la china dopo un lungo periodo di affanni e difficoltà. Nell’attesa che si realizzi il tanto sospirato passaggio di proprietà che emancipi la piazza dalla presenza di Massimo Ferrero, mai davvero gradito e la cui ombra, mai come ora, in ragione delle problematiche finanziarie dello stesso, risulta ingombrante come una zavorra.

Luigi Bisio