Dopo alcuni risultati negativi del Bologna, tra cui la sconfitta in Champions League contro il Lille e quella contro la Lazio in trasferta, la squadra emiliana riceve sabato sera un Venezia alla ricerca di punti per abbandonare l’ultimo posto in classifica. Ottima la presenza di pubblico, in linea con la media di questo campionato che si è sempre mantenuta intorno ai 25.000 spettatori circa, nonostante l’andamento della squadra non sia così entusiasmante come nella scorsa stagione.

Prima dell’inizio della partita, dagli altoparlanti dello stadio vengono ricordati alcuni tifosi del Bologna scomparsi. A uno di loro in particolare, “Calz”, molto conosciuto e benvoluto dalla curva, viene anche dedicato un lungo striscione a nome di tutta la “Andrea Costa”.

Tornando alla partita, come è ormai tradizione, la squadra viene accompagnata in campo da una bella sciarpata, bandiere e qualche fumogeno sparso qua e là. Dopo circa 15 minuti, dal centro del settore si apre un altro striscione nell’ambito della giornata internazionale contro la violenza sulle donne celebrata giusto qualche giorno fa.

Sul rettangolo verde, invece, la contesa è nettamente a favore del Bologna, che alla vince senza problemi per 3-0. Anche il tifo è di conseguenza molto attivo, con pochi momenti di pausa e parecchi cori contro i tifosi avversari, con i quali non corre buon sangue, come hanno evidenziato gli incidenti di qualche anno fa in laguna, pagati con un salato conto in termini di diffide da entrambe le tifoserie.

La presenza ospite arriva quasi alle 900 anime, dato confortante in parallelo allo sconfortante ultimo posto o al fatto che, per potersi mettere in viaggio, checché la Costituzione o Schengen ne dicano, era necessario aver sottoscritto la fidelity card. Come se la libertà fosse una raccolta punti al supermercato. Considerando che c’è una parte di tifoseria che ancora avversa questo strumento diabolico, sicuramente gli arancioneroverdi avrebbero goduto di un sostegno maggiore. Venendo invece al tifo vero e proprio, molto compatta la loro prova, coordinata da un tamburo e un lancia-cori. Per tre quarti di gara non smettono mai di cantare, alternando cori a favore della propria squadra e dei propri gemellati ad altri, ripetuti più volte, contro la tifoseria bolognese. Tuttavia, dopo il 3-0 per il Bologna, iniziano a togliere tutte le pezze e a smettere di tifare, rimanendo in silenzio fino al termine della partita.

Luigi Bisio