Essere in vacanza a Londra e non approfittare dell’anticipo del venerdì di Premier League sarebbe stato un sacrilegio per un appassionato come me. Così, con il cielo insolitamente soleggiato – un piccolo miracolo in terra d’Albione – mi dirigo verso Brighton. Una giornata ideale per il breve viaggio in treno, durante il quale si inizia già a respirare l’atmosfera della partita. Una passeggiata veloce sul lungomare, un tramonto sulla Manica e mi avvio verso la stazione. Una volta arrivato la scena è quella tipica del calcio inglese: una lunga fila di tifosi del Brighton in attesa del treno che li porterà allo stadio. Cantano insieme, molti con una birra in mano, creando un clima di festa e di appartenenza. È un momento che riassume tutto quello che c’è di autentico nel tifo britannico: la comunità, l’entusiasmo, la voglia di condividere l’esperienza del calcio.

Giunto al Falmer Stadium (non mi va proprio giù chiamarlo Amex), noto subito una peculiarità degli stadi britannici: fino a pochi minuti dal calcio d’inizio, gli spalti rimangono incredibilmente vuoti. Poi, come per magia, i tifosi si riversano dentro tutti insieme, prendendo posto con una puntualità quasi teatrale. L’atmosfera durante la partita è altrettanto particolare: un silenzio quasi surreale domina lo stadio, interrotto solo dalle reazioni collettive ai momenti salienti e, soprattutto, dal tifo costante dei supporter del Southampton. I tifosi dei Saints, nonostante l’ultima posizione in classifica e i circa cento chilometri che li separano da Brighton, si presentano in buon numero. Sostengono la squadra per tutto il match, dimostrando quella passione che non conosce ostacoli, nemmeno in una stagione complicata come la loro.

Il Brighton, quinto in classifica e con la possibilità di salire temporaneamente al secondo posto, parte forte. Dopo diversi attacchi e un palo colpito, trova il gol del vantaggio nel primo tempo. Il Southampton, però, non si arrende: rientra in campo nella ripresa con determinazione e trova il pari, per poi vedersi annullare il gol che avrebbe ribaltato la gara. Il match si conclude sull’1-1, un risultato che non accontenta pienamente nessuna delle due squadre ma che regala al pubblico una partita intensa, giocata a ritmi altissimi, come solo in Premier League accade.

Nonostante l’ambiente impeccabile e la grande organizzazione degli stadi inglesi però, non posso fare a meno di notare la differenza con il tifo a cui sono abituato. Qui il calcio è vissuto in modo diverso, più ordinato e composto, quasi come uno spettacolo teatrale. È bello, certo, ma manca quel calore viscerale, quella spontaneità che personalmente amo. Al di là di ogni differenza culturale, comunque, Brighton-Southampton è stata una partita che ha saputo regalare emozioni, dentro e fuori dal campo. E, alla fine, è proprio questo che conta.

Marco Meloni