Oggi al Fanuzzi di Brindisi si gioca un derby storico, uno dei tanti che questa terra offre sotto il profilo ultras, ovvero Brindisi -Casarano. Una partita dal sapore un po’ particolare, le due tifoserie infatti tanti anni fa erano legate da un gemellaggio, ma che fu poi sciolto ed è sfociato in una forte rivalità.

Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che le due squadre potessero presentarsi per questa sfida a pari punti al primo posto. Come ormai accade anche nelle serie minori, purtroppo anche per questa partita, giudicata dall’Osservatorio ad alto rischio, ci sono delle restrizioni per il settore ospiti. Ai Casaranesi infatti, vengono rilasciati solo 200 biglietti, acquistabili oltretutto esclusivamente previa esibizione di un documento d’identità.

Nei giorni antecedenti alla gara, per le vie principali di Brindisi verranno apposti striscioni in svariati punti fra i più strategici e promosse alcune iniziative dai ragazzi della Curva Sud Michele Stasi per invogliare la gente a tornare allo stadio.

Davanti al Fanuzzi già in tarda mattinata inizia a vedersi un folto gruppo di persone, che va ad ingrandirsi sempre di più con il passare delle ore. Intorno alle 13 iniziano a posizionarsi i “blu” in tutte le zone nevralgiche che risulteranno presidiate per un servizio d’ordine tipico delle grandi occasioni o delle categorie maggiori.

Nonostante tutte queste precauzioni, una corriera dei tifosi ospiti, per leggerezza, verrà deviata sullo stradone principale che arriva sotto la Curva Sud, settore caldo dei padroni di casa. Gli ultras brindisini non perderanno occasione per andare incontro ai rivali, ma alla fine il contatto viene scongiurato.

Dopo questi attimi di tensione, ritornata la normalità, i tifosi di casa inizieranno a posizionarsi nella loro curva. Sul vetro verrà affisso uno striscione per tutta la partita con la seguente frase: “ONORATE QUESTA MAGLIA, LOTTATE PER LA SUA GENTE”. 

Svariati cori per caricare la squadra durante le fasi di riscaldamento, mentre ai rivali verranno rivolti cori di sfottò in merito agli avvenimenti avvenuti poco prima all’esterno dello stadio.

I Casaranesi faranno il loro ingresso con ripetuti cori contro i brindisini e si posizioneranno dietro svariate pezze tra cui lo striscione storico “Cusp 1980”.

Il settore ospite risulterà sempre abbastanza vivo, solo che il vento contrario impedirà di apprezzare nella sua totalità la prova canora dei casaranesi. 

I Brindisini invece opteranno per una coreografia con fumoni bianchi e blu con rotoli di carta, mentre per i primi 10 minuti verrà sollevato lo striscione “Brindisi” con sventolio di bandierine bianche e blu annesse. 

Era da anni che non si vedeva una curva così piena e colorata, per una volta sembra dimenticare quello che i tifosi brindisini hanno dovuto passare in questi anni tra fallimenti e campetti di terra battuta. La Curva Sud Michele Stasi dà infatti l’impressione di essere tornata quella di un tempo, con tifo continuo anche sotto di un gol. Sempre in alto i bandieroni “Teenager Korps”, “Curva sud” e “1920”.

Durante i90 minuti verranno accese molte torce e fotoflash. Ripetuti battimani, mentre non sono mancati cori ai diffidati e ai rivali di sempre, ovvero i leccesi. 

In campo, nonostante la partita equilibrata, ad avere la meglio sarà il Casarano, che con un clamoroso autogol del Brindisi a tempo scaduto, passerà in vantaggio con quello che sarà l’unico gol della gara.

A fine partita i giocatori andranno sotto le rispettive curve, da una parte a festeggiare, mentre dall’altra verrà chiesto ai ragazzi di non mollare visto che il campionato è ancora molto lungo e nulla sembra essere compromesso.

Anche al termine dei novanta minuti continueranno gli sfottò tra opposte fazioni, mentre dal punto di vista dell’ordine pubblico non c’è null’altro da segnalare. 

A differenza del campo, sugli spalti Brindisi s’è comportata meglio. Un Fanuzzi così non si vedeva da anni e risulta davvero difficile pensare che si tratti di una partita di Eccellenza, una categoria stretta in verità per entrambe le compagini.

Testo di Massimo D’Innocenzi.
Foto Gianni Di Campi.