Nell’aria c’è qualcosa di particolare e si sente, c’è entusiasmo, adrenalina, ansia e stress tutte quelle componenti giuste prima di una partita importante, prima di un confronto aperto, ma soprattutto prima di un derby.

La settimana è trascorsa velocemente, la curva sud come sempre è stata super attiva affinchè chiunque potesse raggiungere Brindisi, la città tappezzata di striscioni e volantini, l’organizzazione dei pullman, la prevendita dei biglietti.

Per tante e ovvie ragioni sono anni che non si vive una partita di questa portata, vuoi per il baratro in cui la nostra società è finita in questi anni, vuoi per le tante e varie restrizioni-divieti susseguitesi nel tempo per molti la portata di questa partita è fondamentale.
Tanti giovani presenti oggi, forse non l’anno nemmeno mai affrontata una partita così.

La differenza col passato è palpabile, così come la differenza di categorie, lo si percepisce dal non avere avuto nessuna pressione in settimana delle varie istituzioni e dalla partenza fissata subito dopo pranzo dove stranamente rispetto al passato nessuno si preoccupa di accompagnarci o scortarci il che non può che farci star meglio ed essere autonomi, liberi e indipendenti nelle fermate e negli spostamenti.

I numeri non sono mai stati il nostro forte, ma non ce ne siamo mai curati sinceramente, il nostro obiettivo è sempre stata la qualità e fare le cose fatte bene con quelli che siamo. L’aria è positiva dicevamo e il piazzale dello stadio è già pieno all’orario prefissato, arriviamo anche noi formando un bel corteo iniziando a riscaldare i motori.

Una rapida organizzazione, due parole prima di salire sui pullman e si parte. La distanza è abbastanza breve, il tempo giusto per mettersi a livello, i pullman registrano il pienone e la maggior parte degli occupanti è costretto a viaggiare in piedi, auto e furgone si accodano. Arriviamo nei pressi del “Fanuzzi” indisturbati, senza che nessun lampeggiante blu disturbi il nostro cammino, direzione settore ospiti ed con un leggero anticipo eccoci.

La concentrazione è alta, cerchiamo i abbreviare i tempi di filtraggio e perquisizione in modo da vivere la nostra partita prima, durante e dopo. a differenza del percorso il perimetro dello stadio è zeppo di divise, forza dell’ordine di varie specie e telecamere a riprendere tutti i nostri spostamenti, qualche tira e molle per gli striscioni usa e getta e siamo quasi tutti dentro.

Raggruppati nel piazzale sotto la curva a noi concessa, decidiamo di entrare compatti con il primo coro, in stretto dialetto fasanese a rimarcare, qualora ce ne fosse ancora il bisogno la nostra identità e estraneità alla provincia, l’effetto è quello che volevamo con i gradoni di cemento che iniziano a tremare. Ognuno di noi indossa una maglia bianca con il cerchio e il simbolo della nostra città.
I padroni di casa ci accolgono dandoci i loro benvenuti, noi al momento preferiamo non rispondergli sottolineando ancora una volta che ci basta essere FASANESI.

Le squadre si apprestano ad entrare in campo, e quando sono nei pressi del sotto passaggio li facciamo rimbombare nelle orecchie che l’unica cosa che oggi noi vogliamo e che portino a casa i 3 punti e la vittoria.

All’ingresso in campo delle squadre il nostro pensiero lo dedichiamo a Leo Orlandino, un amico per molti di noi che per uno strano scherzo del destino, proprio mentre raggiungeva Brindisi per gli allenamenti, ci ha lasciato. Il suo sogno mai incoronato era quello di giocare con la maglia della sua città, oggi sicuramente ancora una volta ci avrebbe giocato contro, ma il suo rispetto, il suo sorriso e i suoi modi di fare non l’hanno mai fatto essere un vero e proprio avversario, ma sempre uno di noi.

Pronti via e dopo solo pochi minuti il nostro Fasano passa in vantaggio proprio sotto al nostro settore, un ragazzo di appena 17 anni, fasanese puro sangue alla sua prima esperienza in una società semi professionistica, un gol da brividi, per un’esultanza da brividi, la nostra curva s’infiamma in tutti i sensi.

Rivedere tante facce che hanno fatto la storia del movimento ultras della nostra curva è uno stimolo doppio, un mix esplosivo tra passato, presente e futuro che ci carica a mille, il tifo è uno spettacolo, le manate e gli insulti si sprecano, riusciamo a raggiungere degli ottimi picchi ed a essere compatti come volevamo, la direzione è perfetta ed è la dimostrazione lampante di come certe partite ti trasmettano quella dose in piu’ di concentrazione e ed essere la tifoseria rispetta e temuta da tutti che per 90 minuti crea, inventa e diverte.

Rimarchiamo ancora una volta tutta la nostra identità attraverso uno striscione che la polizia riteneva offensivo, ma che comunque a modo nostro siamo riusciti ad esporre.

ORGOGLIOSO DELLA MIA IDENTITA’, SENZA LECCARE IL CULO A NESSUNA GRANDE CITTA’.
RESTO UNA PICCOLA REALTA’…FIERO DELLA MIA MENTALITA’.

Molte città pugliesi vivono su un doppio binario, la maggior parte delle provincie segue i propri capoluoghi, noi da sempre abbiamo avuto una nostra identità e di questo ne saremo sempre fieri.

La partita scorre, in piu’ occasioni rischiamo il secondo gol, tamburi, cori e battimani si sprecano, riusciamo a mantenere i livelli abbastanza alti ed a coinvolgere quasi tutti i presenti galvanizzati dalla rete del vantaggio, fino alla fine della prima frazione di gioco.

La ripresa riparte con la CURVA SUD già tutta pronta ai posti di combattimento che approfittando del silenzio e della curva di casa ancora semi vuota, prova a farsi sentire meglio.

Ancora due pensieri su stoffa, uno dedicato alla città di Brindisi vittima come tante altre città di tanti affari ed interessi sporchi, delle solite persone pronte a riempirsi i portafogli non badando mai alla salute dei cittadini.
Il secondo NO ALLA RECLUSIONE PER MANCATA FIRMA proposto dalla curva nord di Ancona e ripetuto nella maggior parte delle curve italiane affinchè, cosi come capitato anche a alcuni di noi, per una firma non messa non scatti la procedura d’arresto. Per questo i ragazzi hanno organizzato anche una petizione on-line raccolta firme che verrà presentata anche alle istituzioni tramite degli avvocati con la speranza che questa legge venga modificata e altra gente non sia costretta a vivere il carcere per un reato così banale.

In piu’ riprese in nostri ragazzi in campo rischiano il raddoppio, lottano su ogni pallone e sostanzialmente rischiano poco, noi continuiamo il nostro tifo su ottimi livelli fino a fine gara dove al triplice fischio esplode tutta la nostra gioia e il nostro entusiasmo.
Emozioni uniche e indescrivibili!

C’è chi si commuove e chi piange di gioia, chi continua a saltare e chi ancora non ci crede, questo derby sotto tanti punti di vista resterà tra i ricordi piu’ belli.
Squadra sotto la curva e via ai festeggiamenti che diventano abbastanza prolungati per tutta la nostra euforia, meno per i padroni di casa e quelli vestiti uguali che si spazientiscono leggermente.

Risistemato tutto il materiale ci ricompattiamo e ci dirigiamo verso l’uscita, la situazione sembra apparentemente calma, da lontano si vede qualche movimento, esplode qualcosa ma sono troppo lontani, qualcuno ci dice che viene bersagliata la squadra ma sappiamo benissimo che certe azioni non riguardano gli ULTRAS.

Nei pullman c’è aria di festa, si canta, si balla e stranamente ci concediamo anche qualche “brindisi” cosa che solitamente tramutiamo in cin cin. L’euforia e l’entusiasmo sono alle stelle.

Decidiamo di aspettare i ragazzi, ci stringiamo in un unico grande abbraccio con la speranza che sia la partita giusta a darci la spinta giusta.
Si arriva in sede sfiniti che non si ha nemmeno la forza di respirare… ma si continua a festeggiare!

LUNGA VITA AGLI ALLENTATI
LUNGA VITA ALLA FASANO ULTRAS
LUNGA VITA ALLA CURVA SUD.

DERBY DA INCORNICIARE
ORGOGLIO FASANESE!