In riferimento agli accadimenti occorsi durante la manifestazione “Cavolo che Torneo – Un gol per la speranza”, ci preme, come Brutte Facce Settimo, dare anche la nostra versione dei fatti.

Il Torneo in questione, ha oggettivamente preso una piega sbagliata fin dall’inizio. La mentalità che si è vista in campo non è quella che si addice ad un torneo di beneficenza, ma certamente questo non è stato un problema derivato da un solo gruppo di persone, così come lascerebbero supporre le parole riportate su alcuni organi di stampa e scritte da persone mal informate..
In una partita, sicuramente, non siamo stati in grado di gestire alcune situazioni derivate da fasi di gioco piuttosto aggressive e ce ne assumiamo le responsabilità. Detto questo, non ci sono giunte notizie di giocatori della formazione avversaria che abbiano sofferto di qualsivoglia forma di infortuni, mentre tra le fila delle Brutte Facce, ad oggi, 2 giocatori usufruiscono di stampelle a causa dell’irruenza di alcuni scontri di gioco (alla faccia del Fair Play).

Nell’ultimo incontro, ci siamo trovati davanti al paradossale atteggiamento dei nostri “avversari” che hanno abbandonato il terreno di gioco a fronte di un classico anche se duro scontro di gioco seguito da scuse e sanzione da parte dell’arbitro, a 5 minuti dalla fine e sotto di 3 reti. E francamente ce ne sfugge il motivo. Si è anche scritto di risse in campo, ma non abbiamo saputo di persone che abbiano richiesto, a tal proposito, intervento medico o delle forze dell’ordine in seguito a situazioni di pericolo.

Allo stesso modo ci sfugge il motivo per il quale si voglia addossare a noi la colpa del “fallimento” dell’iniziativa. Non siamo santi, ma persone, prima che ultras, e sappiamo prenderci le nostre responsabilità. Chi ci conosce sa perfettamente che, da ormai 5 anni, oltre a tifare per il Settimo, organizziamo raccolte fondi, iniziative culturali e utilizziamo la Gradinata come luogo di aggregazione e di socialità, oltre a curare una Fanzine (cartacea e online) diffusa e apprezzata a livello nazionale che, con uno stile di scrittura molto ludico, diffonde notizie e cultura di ambito calcistico e non.

Detestiamo l’ipocrisia e, prima ancora di essere ultras, siamo persone vere.

Di tutta la vicenda l’unica cosa che veramente ci dispiace è quella di non aver onorato a dovere la memoria del piccolo Riccardo.
Chiediamo scusa a lui ed alla sua famiglia, lo immaginiamo felice che gioca a pallone con gli eroi del suo Grande Torino o a far scherzacci ai Gobbi, insieme al grande Gigi Meroni.
Ci siamo in ogni caso impegnati a portare a termine la raccolta di fondi per uno scopo che, fin da subito, ci ha coinvolto ed animato di buoni propositi.

Invitiamo chiunque a passare una delle “maledette domeniche” con noi in Gradinata per capire davvero chi siamo e carpire lo spirito che ci anima.

Senza ipocrisie, fieri di essere ultrà.