Nel singolare scenario dello stadio “Poce” di Riccia, piccolo comune poco distante dallo stesso capoluogo molisano, la nuova compagine cittadina denominata Campobasso 1919 affronta il Gambatesa per la seconda giornata di Eccellenza, dopo il roboante successo all’esordio in casa dell’Agnonese. Dalla Serie C in cui era stato protagonista negli ultimi campionati, il cambio di prospettiva è radicale sia in termini di avversari, pubblico, campi di gioco, ecc. Sugli spalti però il contraccolpo è figlio anche dell’indisponibilità del “Romagnoli”, lasciato nell’incuria più totale per le note vicissitudini societarie recenti e che ora necessita del ripristino del terreno di gioco. Ai motivi tecnici si aggiungono anche quelli burocratici, visto che il gestore dell’impianto è la vecchia società recentemente esclusa da tutti i campionati: per l’affidamento al nuovo sodalizio da parte del Comune, sono dunque necessari una serie di altri passaggi che richiedono ulteriore tempo oltre a quello necessario per i lavori di cui sopra.
Ciliegina su questa non proprio digeribilissima torta, l’ingresso limitato a soli cento spettatori. Diversi altri saranno costretti a sbirciare la partita fuori dalle mura dell’impianto, mentre è lampante l’assenza dei gruppi del tifo organizzato rossoblu. In tutta la vicenda, le loro scelte sono per ora vincolate al destino del Città di Campobasso, società che contribuirono a fondare proprio i tifosi stessi nel 2013, dopo l’ennesimo fallimento che come il più terrificante dei ricorrenti incubi, tormenta ormai da tempo i sogni dei tifosi campobassani.
In attesa che si definiscano destini, pendenze giudiziarie, ritorno del tifo e quant’altro, la squadra in campo raccoglie un altro largo successo, un eclatante 7-0 che quantomeno lancia un messaggio inequivocabile: questa squadra, questa città hanno fame e fretta di ritornare al più presto al proprio posto. Tutti questi nodi irrisolti, tutte queste nuvole prima o poi si diraderanno.
Foto di Francesco Passarelli
Testo a cura della redazione