Lunedi 21 aprile 2025, non solo è mancata la figura principale della chiesa cattolica, ma anche è mancato il rispetto verso i tifosi. Tutti, in particolar modo chi va in trasferta. Chi litiga con la compagna per stare via una giornata lontano da casa. Chi spende (volentieri) soldi per autostrada, biglietto, pranzo, cena, birra per seguire la propria passione. Chi sacrifica a una giornata in famiglia o con gli amici per seguire la propria squadra. Le sfaccettatture del calendario vengono parecchio dopo.

Perché davanti a vari lutti e varie calamità naturali si è sempre deciso di mandare avanti quel “carrozzone” indebitato dalla testa ai piedi, la cui unica parte sana è sempre stata al contempo quella più penalizzata. Invece questa volta, l’intera giornata del girone B di Serie C è stata interamente spostata di due giorni, e tante grazie a chi era già in giro per l’Italia per seguire la propria squadra.

Ne risente anche il pubblico di casa del “Molinari” di Campobasso, chiaramente, in questo posticipo di mercoledì alle 18 in cui non possono assolutamente esserci tutti quelli che inizialmente volevano. Ad occhio e croce sono comunque più di 3.000 i presenti in questa ultima uscita casalinga stagionale dei lupi e il dato è già di per sé confortante quanto straordinario.

Si può celebrare la salvezza ma al tempo stesso essere indignati verso i propri giocatori? Decisamente sì: come già nella precedente trasferta di Rimini, i gruppi organizzati della Curva Nord Michele Scorrano si raccolgono dietro lo striscione “INDEGNI”, e se qualcuno poteva avere dubbi sulla legittimità di tale scelta, i motivi della protesta sono ulteriormente e meglio specificati nel comunicato uscito nei giorni precedenti a questa gara (e che potete rileggere nella galleria di questa tifocronaca).

Vedere il settore popolare di casa spoglio di qualsiasi striscione, fa un certo effetto: oggi ci son solamente mani e voce da “segnare sul taccuino”; una bella scaletta vocale, per la squadra ci sono sia cori di contestazione prima, ma anche di sostegno poi. Vanno per la maggiore i cori per la città, gli amici diffidati e il movimento ultras in generale. Finale di partita degno di nota, non solo per la rete decisiva per la salvezza, ma anche per un bel coro in dialetto che raccoglie consensi ovviamente nella parte centrale, ma anche negli angoli più freddi della Nord.

Da elogiare il lavoro dei lanciacori, non facile senza nemmeno l’ausilio di un megafono. Nessuna nota di colore, eccetto una bella sciarpata effettuata nei minuti finali di partita, in aggiunta alla quale, c’è la contestuale accensione di una torcia.

Settore ospiti deserto, per via del divieto di trasferta nei confronti dei tifosi perugini, dopo gli scontri recenti coi tifosi della Lucchese. Non c’erano elementi di rischio specifici in questa gara, ma da tempo s’è ormai appurato che il fine delle iniziative di Osservatorio e autorità varie non è quello preventivo, ma solo punitivo.

Francesco Passarelli