Le parole riecheggiano ancora nella testa di tutti: “Siamo al Pianella, è contropiede, è Cantù… è PAN-DE-MO-NIO!”. È una vecchia telecronaca di Flavio Tranquillo entrata nella leggenda e tornata recentemente virale insieme a un video compilation di vecchi momenti della Pallacanestro Cantù al palazzetto di Cucciago.
Un video fatto per ricordare il “garage” e il suo tifo rovente e assordante, nei giorni in cui arriva la notizia del suo smantellamento definitivo. Lo tirarono su a tempo di record nel 1974 nella confinante Cucciago, dopo che le trattative con il comune di Cantù fallirono. Doveva essere una soluzione provvisoria in attesa del ritorno a Cantù, fu l’inizio di quarant’anni di leggenda, mentre i progetti per un nuovo palazzetto in città naufragarono uno dopo l’altro. Sono però anche i giorni in cui spuntano rendering e viene dato il via libera per la futura Cantù Arena che dovrebbe riportare finalmente il club a casa.
Alla fine è inevitabile, si torna sempre a parlare di Pianella. Perché il vecchio palazzetto dello sport continua a pervadere ogni discorso relativo alla Pallacanestro Cantù, quasi fosse lo spirito stesso della squadra, il famoso “Effetto Pianella” che spesso si sente invocare a sostegno del quintetto. Anche se a volte sembra quasi che più di uno spirito si tratti di uno spettro destinato a perseguitare la squadra.
Dopo l’addio all’impianto e il trasloco temporaneo a Desio, in attesa di un nuovo palazzetto, si è consumato un triste declino per la squadra della città dei canestri, scivolata in A2 nel 2021 e per tre volte (ben due in finale) beffata ai play-off promozione. E ora, in una stagione in cui è stata allestita una squadra che sulla carta avrebbe dovuto ambire alla promozione diretta, le cose si stanno complicando dopo tre sconfitte di fila.
La partita contro Forlì si fa quindi delicatissima, e gli Eagles Cantù lo riconoscono con un comunicato a pochi giorni dalla partita, chiedendo un sostegno unito e compatto “per spingere i ragazzi a uscire da questo periodo complicato”. Con una frase chiara: “È da troppo che manca l’Effetto Pianella, e crearlo nelle finali è decisamente troppo facile”. Anche lo striscione messo di fronte alla curva non lascia spazio a dubbi: “Tutto il Pianella per vincere insieme”.
Da Forlì arriva una manciata di tifosi a riempire il settore ospiti. Non c’è acrimonia: la comune amicizia con Montecatini e il comune odio per la Fortitudo (celebrato anche da uno striscione degli Eagles: “Il leone vien di notte per non prendere le botte”) sono alla base di un rapporto di simpatia tra i due gruppi.
La situazione non potrebbe essere più diversa sul parquet, viste le situazioni rispettive delle due squadre e l’importanza della partita per entrambe. Una partita non bella esteticamente, sporca, ricca di lotte serrate sotto canestro, giocatori che finiscono a gambe all’aria sulle assi di legno e palle a spicchi vaganti su cui tuffarsi.
Dopo una prima metà in equilibrio, giocata punto a punto senza che nessuna delle due squadre riesca ad allungare, Cantù, come è abitudine in questa stagione, perde terreno nel terzo quarto. L’ultima frazione di gioco si apre così con un’atmosfera torrida, in cui i padroni di casa riescono a recuperare lo svantaggio, sospinti dal tifo degli Eagles. Quando a 5’37” dalla sirena Cantù trova il sorpasso del 72-71 sembra veramente di nuovo “pan-de-mo-nio”.
Le energie nervose però sono evidentemente state esaurite per mettere il musetto davanti. Per tre minuti nessuna delle due squadre riesce più a smuovere il tabellone del punteggio, poi quando finalmente succede è Forlì a farlo, con Cantù con le polveri bagnate ancora per due minuti e costretta a una quarta sconfitta consecutiva in una settimana così cruciale per le vicende del club e di un palazzetto dove sembra quasi le sia rimasta prigioniera l’anima.
Damiano Benzoni