La sedicesima giornata d’andata del campionato di Eccellenza abruzzese prevede, per la capolista Teramo, la trasferta a Capistrello.

Posto a un’altitudine di 750 metri sul livello del mare, il piccolo centro marsicano è il primo paese, venendo da Avezzano, della splendida Valle Roveto, un corridoio naturale, solcato dal fiume Liri, che mette in comunicazione la piana del Fucino con Sora, il Lazio meridionale e la Campania. Questa vallata, in età antica, separava il territorio del popolo italico dei Marsi dall’area volsca ed ernica. La Valle Roveto è attraversata dall’importante superstrada Avezzano-Sora-Cassino (SS 690), che domina il paesaggio con i suoi viadotti e le sue gallerie. I più romantici possono percorrere la vecchia strada regionale 82 della Valle del Liri, aperta nel 1928, che termina nel comune aurunco di Itri, in provincia di Latina, e taglia, con i suoi tornanti, i numerosi paesini rovetani. Parallela a questa si snoda la ferrovia che collega Avezzano con Roccasecca, in Ciociaria. Al di sopra dei folti boschi di questo scenografico lembo d’Abruzzo, punteggiato da borghi ed eremi, si possono ammirare i prati e le rocce di numerose cime dall’aspetto quasi alpino, come il Viglio o il dolomitico Pizzo Deta.

Capistrello si trova nel cuore della Marsica, un territorio devastato, nel 1915, da un terribile terremoto. Il centro geografico della Marsica è rappresentato dalla fertile piana del Fucino, che si distende ai piedi dell’imponente mole del Velino. Questa conca, famosa per la coltivazione della patata, anticamente era un lago, che fu fatto prosciugare dapprima dall’imperatore Claudio (I secolo d.C.), successivamente – e in modo definitivo – dai Torlonia, nell’Ottocento. Un importante monumento di Capistrello è proprio l’Emissario Claudio-Torlonia, una galleria sotterranea di circa 6km, in opus reticulatum, che fu costruita per far confluire nel fiume Liri le acque del Fucino. Si tratta di un’infrastruttura straordinaria, la più importante opera idraulica realizzata nel mondo antico.

Il paese di Capistrello, abitato da circa 5000 persone, presenta una parte nuova, nel fondovalle, e un borgo antico, adagiato sul fianco di una montagna, nel quale si può ammirare la chiesa di Sant’Antonio di Padova, edificata nel Medioevo ma ricostruita dopo il sisma del 1915.

L’US Capistrello 1948 è la squadra che rappresenta calcisticamente questo piccolo centro della Marsica. Il colore sociale del club è il granata. Lo stemma del sodalizio marsicano riproduce quello del comune, nel quale è raffigurato un castello con il nome medievale del paese: Caput Castrorum. Il Capistrello, dalla stagione 2011-2012, milita stabilmente nell’Eccellenza abruzzese. Una così lunga permanenza nella massima categoria regionale, per un centro di queste dimensioni, rappresenta sicuramente un ottimo traguardo. Nella stagione 2013-2014 i granata hanno raggiunto il punto più alto della propria storia, disputando la semifinale dei play-off dell’Eccellenza abruzzese contro la Torrese. La vittoria di questa competizione avrebbe aperto ai granata le porte degli spareggi nazionali per la D, ma il sogno finì proprio al primo turno. Lo stadio del Capistrello è stato recentemente rinnovato, ottenendo l’omologazione per la Serie D, grazie alla realizzazione di un settore ospiti separato dalla tribunetta coperta destinata ai locali. Il terreno di gioco è in erba sintetica.

In questa soleggiata ma ventosa domenica di dicembre, ospite del Capistrello è il blasonato Teramo. Nella tribuna di casa si nota soltanto uno stendardo, ma nessuno dei presenti assiste alla gara tifando.

Ai sostenitori teramani vengono destinati 150 biglietti, acquistabili direttamente al botteghino il giorno della gara, senza prevendita. Gli ultras biancorossi, che meritano sicuramente altri palcoscenici, una volta entrati nell’impianto si compattano dietro le pezze dei vari gruppi, appese alla rete che separa il settore ospiti dal manto verde. Nel corso della gara sono autori di un tifo continuo, caratterizzato da una mescolanza di cori a ripetere e prolungati. I ragazzi di Teramo chiedono a gran voce i tre punti e la maglia sudata, cantano per i diffidati e per la città ed esaltano le proprie radici intonando anche un coro in dialetto. Eseguono molti battimani, utilizzano il tamburo e sventolano due bandierine.

In campo non c’è storia: il Teramo conclude la prima frazione con due reti di vantaggio; nella ripresa, poi, dilaga segnandone altre quattro. A ogni gol della squadra aumenta l’intensità del sostegno proveniente dal settore ospiti. Al triplice fischio i giocatori del Teramo festeggiano la vittoria insieme ai propri tifosi, i quali, anche dopo il rientro della squadra negli spogliatoi, intonano gli ultimi cori prima di lasciare lo stadio.

Quanto all’aspetto calcistico, la vittoria conseguita a Capistrello permette al Diavolo di portarsi a tre punti di vantaggio sul Giulianova, secondo in classifica, costretto al pareggio dal Celano tra le mura amiche del “Fadini”. Proprio il Teramo e il Giulianova si sfideranno nell’attesissima finale della Coppa Abruzzo in programma a gennaio.