All’una e cinquanta prendo il pullman che da Perugia mi porta a Milano dove, arrivato alle 8:30, prendo la metro fino a Centrale e da lì in treno fino alla piccola stazione di Caravaggio, non prima di aver cambiato convoglio a Treviglio.
L’ampio anticipo mi permette di dedicarmi alla visita della graziosa città della provincia di Bergamo, abitata da oltre 16 mila persone, conosciuta in tutto il mondo per aver dato il soprannome al celeberrimo pittore Michelangelo Merisi, i cui genitori erano originari proprio di questo paese. Giro per le viette strette del centro storico, senza trascurare le sue bellezze artistiche, ma il tempo è tiranno per cui mi involo allo stadio in attesa di vedere i comaschi, dapprima fuori l’impianto e poi all’opera dentro.
Purtroppo la giornata non è delle migliori, con un tempo uggioso che fortunatamente concede una tregua proprio a ridosso della partita. Che il Caravaggio non avesse tifosi lo sapevo, la conferma arriva dalla grande tribuna locale assiepata da circa centocinquanta tifosi seduti per tutta la durata della gara, dietro ad un drappo a scacchi biancorosso sistemato dalla stessa società. Il Como, dall’altra parte, continua la rincorsa al Mantova, mentre la rivale più immediata è lontana ben diciannove punti dalla capolista.
I comaschi sono presenti in numero discreto e vengono sistemati in un lato della tribuna, separati da una grossa vetrata dal resto del pubblico. Raccolti dietro lo striscione COMO 1907, già prima della gara riscaldano le ugole incitando la squadra poi, una volta entrate le squadre sul rettangolo verde, il settore si colora di bandiere, stendardi e bandierine blu che garantiscono un bel colpo d’occhio.
I lariani giocano praticamente in casa, cori e battimani si sprecano ed anche i tre bandieroni sventolano per buona parte della gara. Sul finire della prima frazione effettuano la sciarpata, non troppo fitta ma sicuramente bella colorata con l’aggiunta ulteriore del materiale che hanno a disposizione.
Nel secondo tempo il tifo calare d’intensità, forse per il perdurare del risultato ad occhiali, ma nel momento topico arriva il gol di Toninelli che al quarto d’ora circa fa esplodere il settore dove sono assiepati gli oltre duecento tifosi ospiti.
Il tifo si fa più intenso non solo per il gol ma grazie anche al Rezzato che sta vincendo in casa con la capolista Mantova e con il passare dei minuti la tifoseria si gasa sempre più, raggiungendo picchi di ottima intensità corale, non trascurando i tanti battimani ma soprattutto il colore prolungato offerto dai bandieroni.
A cinque minuti dal novantesimo i sostenitori biancoblu effettueano un’altra sciarpata, questa volta meno fitta della precedente. Dopo cinque minuti di recupero l’arbitro dichiara terminate le ostilità con gli ultras comaschi che, oltre la vittoria della propria squadra, hanno ulteriori motivi di festeggiare vista la concomitante sconfitta del Mantova che li fa sobbalzare in testa alla classifica. Quando mancano quattro giornate al termine, il sogno diventa ora un po’ più reale. Giocatori e tifosi si uniscono sotto lo stesso coro, facendo partire all’unisono un potente: “Salutate la capolista”. Da qui in avanti è tutta una guerra di nervi fra inseguiti e inseguitori.
Marco Gasparri