Innumerevoli battaglie negli ultimi anni sono state portate avanti dagli ultras e se in una prima istanza erano le diffide a far fare quadrato, in seguito la lotta al cosiddetto calcio moderno o neo calcio che dir si voglia, ha di fatto avvicinato anche tifoserie storicamente rivali. Se vogliamo trovare un aspetto positivo in queste vicende, è stato proprio il crescente dialogo, spesso produttivo, tra le diverse tifoserie dello Stivale che son passate dal guardarsi in cagnesco, a ritrovarsi spalla a spalla per difendere gli ideali comuni.

Il limite è stato che, partiti con tanti begli auspici e con la massima determinazione, si è arrivati al traguardo in pochi, scontenti e alle volte con un pugno di mosche in mano. Ancora una volta sono venute a galla le mille sfaccettature di un sistema complesso nel suo interno, con tanti punti di vista alimentati dalle sacre rivalità che in un secondo momento son tornate a galla, creando astio ed invidie varie che hanno rallentato i lavori in corso. Siamo passati dagli slogan contro il calcio moderno in generale a quelli più dettagliati contro le televisioni a pagamento, contro la serie B al sabato, contro la tessera del tifoso, per l’introduzione negli stadi di striscioni e materiale coreografico ma in definitiva raramente si è visto un corpo unico, compatto e deciso su come e quando muoversi.

Le normative in materia stadio si son succedute con una rapidità che non troviamo in altri contesti sociali, mettendo a dura prova sia i gruppi storici, che infatti pian piano hanno tirato i remi in barca, sia intere curve che si son trovate davanti problematiche che fino a qualche decennio fa sembravano inimmaginabili.

La Curva Est di Terni è tra quelle entità che a mio parere ha pagato tra i prezzi più alti dell’immotivata ondata repressiva dell’ultimo decennio. Ho un ricordo abbastanza nitido di una curva alla quale calzava a pennello il nome del gruppo che la rappresentava, “Freak brothers”, curva che ad uno spettatore esterno sembrava veramente quel territorio liberato dalle leggi vigenti, una curva espressione di libertà, visioni alternative ed impegno sociale. La decisione di fare un passo indietro, rinnegare l’attuale sistema calcio, ritirarsi in contesti più popolari e genuini, è stata pagata a caro prezzo vista la moria di spettatori dell’ultimo decennio. Chi in antitesi alla storica Curva Est ha fatto un bel balzo in avanti, è stata la Curva Nord che pian piano si è ritagliata il proprio spazio.

Per il secondo turno di Coppa Italia, sul neutro di Pontedera, sono i ternani teoricamente a giocare in trasferta ed infatti a loro viene riservato il settore ospite. Ternani che si presentano con un gruppo di ragazzi dietro lo striscione “Curva Nord”, mentre un bel bandierone delle “Menti Perdute” viene ammainato dopo qualche minuto, infine, per chiudere il quadro, la pezza “Quelli della Est” viene tenuta in mano da un manipolo di persone. Il tifo è sulle spalle della Curva Nord formato trasferta e malgrado i numeri non eccelsi, anche se sarebbe stato difficile aspettarsi di più, c’è quella sana voglia di divertirsi e di incitare la squadra. Qualche bel coro, una discreta continuità, un tamburo a dare il tempo: sicuramente la serata viene vivacizzata da chi, oltre alla presenza, mette in campo un discreto sostegno.

Carpigiani che si sistemano invece in tribuna, divisi idealmente in due gruppi anche se restano fianco a fianco per tutto l’incontro. Decisione questa che posso solamente apprezzare per diversi motivi. Ho sempre pensato che le divisioni interne siano particolarmente dannose, più che mai in contesti medio – piccoli dove farsi la guerra in casa genera solamente negatività e porta all’estinzione. Ormai a più latitudini è quasi diventata una moda, spesso per voler spaccare il capello in quattro si preferisce farsi da parte invece che arrivare ad una linea comune o ad un pacifico compromesso. I biancorossi tifano a sprazzi, qualche coro ma anche tanti silenzi, mentre a livello di colore un paio di bandiere tricolori si fanno notare per larghi tratti dell’incontro.

Passa il turno la Ternana che mette in cassaforte il risultato già nel primo tempo.

Valerio Poli