Bella giornata a Carrara, un bel sole e una temperatura ampiamente sopra la media stagionale accompagnano questa domenica ideale per andare allo stadio. Infatti il movimento che si scorge attorno all’impianto, ci offre una rapida panoramica di ciò che si trova al suo interno. Carrara, come già detto in altre circostanze, è una di quelle città che si identifica nella curva e viceversa, la Curva Nord ricalca a menadito l’identità di un territorio poco avvezzo all’estetica e alle frivolezze ma molto attento alla sostanza e alla praticità. Può piacere o meno ma la tifoseria carrarina ha un’anima, uno stile, anche se la parola mi fa un po’ rabbrividire per il valore che sta assumendo in questa epoca, si differenzia da quel genere di tifoserie impostate che sembrano un po’ troppo teatrali. Al netto di ogni giudizio personale su questa o quella curva, le differenze sostanziali che esistono e che qualcuno non vede o fa finta di non vedere, ci confermano come le curve non siano tutte identiche e di come non si possa far di un’erba un fascio. Chi continua ad omologare il movimento ultras con descrizioni sommarie e in gran parte negative sono gli stessi soggetti che non percepiscono differenze, ostinandosi a proporre soluzioni in tasca per questo o quel problema. Pensare che c’è chi giudica senza mai aver messo piede in una curva, senza mai aver studiato il comportamento dei gruppi ultras e senza avere neanche una base culturale dell’ambiente e di chi lo vive, ci offre l’occasione per ribadire di come di calcio e ultras ne possano parlare ormai un po’ tutti. Chi con una parvenza di credibilità, chi cavalcando l’onda emotiva del momento. Chi costruendosi una carriera su questo spauracchio e scrivendo libri poi sceneggiati su Netflix, chi riciclandosi dal gossip.
La tifoseria carrarina dopo la promozione della scorsa stagione, ha come obiettivo quello di spingere la squadra a una salvezza che va raggiunta con le unghie e con i denti. L’ambiente è parecchio unito e compatto, sia in curva che in altri settori, sportivi e ultras si presentano allo stadio con maglie e sciarpe con i colori societari e con i simboli della Curva Nord. È quasi impossibile imbattersi in una persona che non indossi qualcosa che la identifica con Carrara e la Carrarese.
Il Bari non vive il proprio miglior momento calcistico, i play off sono alla portata della squadra ma c’è sempre da compiere quel passettino decisivo per entrare stabilmente nella griglia, considerando infine che la posizione di classifica incide e parecchio nella corsa finale alla promozione in massima serie. Nutrita comunque la presenza ospite in Toscana, l’ingresso nel settore avviene qualche decina di minuti prima dell’inizio delle ostilità, il tempo di appendere i consueti striscioni in balaustra e poi il passo obbligatorio è fare gruppo. Ottima l’iniziativa degli ultras di chiamare a raccolta tutti i presenti, anche quei tifosi momentaneamente disposti ai lati del settore. L’unione tra ultras e tifoso è benzina nel motore della tifoseria, lo scollamento tra le due anime è solamente un neo che non fa il bene comune.
Baresi che fin da subito fanno capire che il pomeriggio li vedrà protagonisti sugli spalti, il tifo parte col piede giusto, i cori sono ripresi da una grande fetta dei presenti, un tamburo detta i tempi e qualche fumogeno offre quel tocco di colore quanto mai gradito. Se la partenza è folgorante, anche durante la partita i cali di tensione sono veramente ridotti al lumicino, cori e battimani si susseguono con una costanza invidiabile ed il sostegno alla squadra viene parzialmente interrotto solamente dai cori contro la presidenza, del resto De Laurentis in passato si è lasciato andare a qualche parola inopportuna e a qualche pensiero non propriamente condivisibile da una piazza che per tradizione e numeri resta tra le principali realtà del sud Italia.
La tifoseria di casa che nel passato ha sofferto di tanti alti e bassi, vive un pomeriggio sopra le righe. Per tifo e colore c’è poco da imputarle, anche in questo caso l’organizzazione è capillare e la curva sembra proprio rispondere presente alle sollecitazioni che provengono dalla parte bassa. Curva Nord che poggia su numeri importanti, la promozione in cadetteria ha agevolato l’avvicinamento di qualche nuova leva perciò è facile notare la coesistenza di qualche tifoso col capello bianco e di qualche giovanissimo. Se la passione viene mantenuta anche il futuro della curva sembra assicurato. La festa finale per la vittoria ottenuta è la conferma del profondo feeling esistente tra la tifoseria e la squadra, il traguardo della salvezza sembra sempre più vicino, manca ancora lo sforzo finale, mancano ancora una manciata di partite per assicurare alla tifoseria una categoria che mancava da troppo tempo e che va assolutamente difesa.
Valerio Poli