Nonostante ci si stia preparando per un finale di campionato avvincente, la questione stadio non è mai stata abbandonata dagli ultras carrarini e da tutti i tifosi della Carrarese. Dopo la promozione in serie B e l’esordio in serie cadetta in quel di Pisa, la Carrarese è tornata giustamente a giocare tra le mura amiche ma nonostante questo la capienza dello Stadio dei Marmi è ferma a 4.600 persone, cifra che va necessariamente ampliata per poterci disputare, almeno così sperano gli sportivi gialloazzurri, il prossimo campionato cadetto. Il Comune ha provveduto a svolgere qualche lavoro di ammodernamento ma questo non è bastato né ad ampliare sufficientemente la capienza, né a risolvere quei problemi pratici che in ogni partita devono affrontare gli sportivi. Già da qualche settimana, tramite alcuni striscioni aperti nelle partite casalinghe, si era palesata la rabbia e l’indignazione degli ultras; nella partita odierna invece, c’è stata una protesta verso l’amministrazione cittadina nel prepartita e l’esposizione di un chiaro striscione nella parte alta della Curva Nord.
Pur essendo lo Stadio dei Marmi una struttura particolare e anche bella, essenziale, con un proprio fascino, un ampliamento dell’impianto è quantomeno necessario, in primis per rispettare le regole imposte dalla Lega, in secondo ordine per poter accogliere tutti gli sportivi che vogliono vedere la Carrarese giocare una serie B che fa sicuramente gola a tutta la città.
Solito movimento nei pressi della Curva Nord, il pubblico si presenta ai varchi con notevole anticipo. Ultras, tifosi, semplici sportivi non mancano di discutere del campionato della Carrarese, la salvezza è a un tiro di schioppo, serve l’ultimo e decisivo allungo ma la stagione è andata ben al di là delle più rosee previsioni. Tanto gialloazzurro presente tra le persone, chi con la maglia della squadra, chi con la felpa della curva, i colori dominanti sono essenzialmente due, segno di una ritrovata febbre che può solo fare tutto il bene del movimento ultras cittadino.
Sull’altro versante i tifosi del Catanzaro arrivano alla spicciolata, mentre il grosso della Curva Capraro entra sui gradoni qualche decina di minuti prima del fischio d’inizio. Il tempo di sistemare pezze e striscioni e la partita prende il via. Fiorenzuola, Roma, Bologna, Legnano e sicuramente ne dimentico altre: queste sono le sezioni e i club presenti nel settore che vanno ad affiancare la Curva. Ebbene, se in questo pomeriggio si vuol parlare di aggregazione e coralità, i catanzaresi ci danno l’occasione per rimarcare ed evidenziare come il tifo, specialmente in trasferta, possa diventare un veicolo per sentirsi accumunati da un’unica fede, tifare sotto un’unica bandiera, pensare di alterare il risultato con voce e mani. Naturalmente sono gli Ultras a dettare parole e ritmi dei cori ma è l’intero settore, anche le persone disposte ai margini dello stesso, a riprendere strofe e parole per rigettarle in campo. Ne viene fuori una prestazione maiuscola, per intensità, coralità e continuità. In questo pomeriggio i tifosi del Catanzaro hanno saputo dimostrare come divertirsi e divertire, aggregare e non dividere. Anche dal punto di vista estetico c’è da imputargli poco o nulla, in un periodo dove accendersi una sigaretta è diventata azione pericolosa e foriera di guai giudiziari, nel settore è un tripudio di bandieroni sventolati per tutta la partita senza sosta. Mi sarei aspettato una presenza dei gemellati viola, invece nessuna pezza, nessuno striscione della Curva Fiesole, solamente qualche sciarpa viola emerge nel mare giallorosso.
Sul terreno di gioco la partita è divertente, le due squadre si affrontano a viso aperto e il pareggio finale può essere visto come un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. La Curva Nord sostiene la squadra con pochi fronzoli, qualche bandiera a donare un tocco di colore, ma sostanzialmente è la voce l’elemento cardine del tifo: la curva risponde parecchio bene alle sollecitazioni provenienti dalla balconata, del resto la fresca promozione e un campionato condotto in maniera più che dignitosa dalla squadra, hanno avvicinato giovani e giovanissimi ad una curva che ha l’obbligo di dare continuità ad un progetto che può essere vincente.
Anche al termine della gara, la Curva Nord rimarca a parole la propria idea sullo stadio. Ormai la questione tiene banco come la salvezza della squadra. Indubbiamente giocare la prossima stagione tra le mura amiche diventa un obbligo.
Valerio Poli