Forse sottovalutando i rischi di una rivalità calcistica su cui si cominciava a depositare la polvere del tempo passato, la Casertana ha stabilito la sede del suo ritiro in quel di Cava de’ Tirreni. Sul campo “Antonio Desiderio”, nella frazione di Pregiato, la compagine rossoblu era impegnata ieri in un test match contro l’Equipe Campania, il corrispettivo locale della selezione disoccupati nazionale che storicamente si raduna in Romagna.

In campo tutto seguiva il copione immaginato, con la squadra del neo allenatore Gregucci che conduceva per 3-0, fino a quando, al 75′ circa, un gruppo di una trentina di cavesi, stando a quel che raccontano le cronache, ha fatto irruzione sugli spalti a caccia di casertani, anche se ufficialmente nessun gruppo ultras rossoblu era al seguito e la carica si andata presto esaurendo, non solo per questo ma anche per eludere l’arrivo delle forze dell’ordine. La forbice varia da dieci minuti a “minuti che sembravano infiniti” per quel che concerne la durata.

Partendo dal presupposto che non sono stati “scontri tra ultras” perché appunto gli ultras casertani non c’erano, al di là di questo, i giornali si sono sbizzarriti, fantasticando su ogni tipo di particolare. A cominciare dall’armamentario degli aggressori, che sarebbero intervenuti sulla scena con volti travisati (da caschi aggiunge qualcuno…), bastoni, torce e catene, un elemento quest’ultimo che ricorre spessissimo nei racconti giornalistici ma che, in verità, negli stadi non s’è mai visto, almeno non negli ultimi 20 anni; più probabilmente, in preda a deliri mistico-narrativi, c’è chi è propenso a scambiare cinture per catene.

Nell’azione è stata distrutta una telecamera che trasmetteva la partita in diretta streaming, forse per evitarne l’occhio indiscreto; qualche cronaca riporta di un non meglio precisato numero di casertani feriti, mentre “miracolosamente illesi” (citazione testuale) ne sono usciti tutti i giornalisti presenti: che non fossero loro l’obiettivo del raid, l’hanno pensato per un momento? In ogni caso, diversi di questi sono stati convocati in caserma e sono stati ascoltati come persone informate dei fatti, mentre è stata sporta denuncia contro ignoti per il danneggiamento alle telecamere, quantificato economicamente in 10.000 €.

C’è stato persino chi ha avuto il coraggio di affermare che il fatto sia avvenuto sull’onda della gioia per il nuovo avvicendamento societario in seno alla Cavese, una sorta di “festeggiamento” per la salvezza del sodalizio dal fallimento a cui pareva destinato e che permetterebbe agli aquilotti di potersi iscrivere al prossimo campionato di Lega Pro. Peccato solo che la Cavese è in D, non in Lega Pro, e che questa ricostruzione sia a dir poco balzana: la motivazione, più verosimilmente, è semplicemente da ricondurre alla territorialità classica del mondo ultras e che i Cavesi hanno ritenuto violata dalla presenza della rivale Casertana in città.

Matteo Falcone.