Undicesima giornata di campionato giocata in un ormai tanto classico quanto scomodo (anche per me) turno infrasettimanale. A Caserta sono circa 2.000 i presenti, con la tifoseria di casa che si posiziona nella consueta gradinata centrale. 

Nonostante gli anni d’oro del calcio e del movimento ultras siano passati da un po’, questo stadio continua a profumare di epica. Intitolato alla memoria di un ex calciatore della Casertana, il “Pinto” ha subito due modifiche più importanti: la prima alla fine degli anni ’80 con l’eliminazione delle vecchie reti ferrate che delimitavano gli spalti. Al loro posto furono montate moderne e spessissime vetrate che dovevano consentire una migliore visione del terreno di gioco anche agli spettatori che occupavano gli ultimi gradini dell’impianto, ma hanno paradossalmente finito per peggiorare la visuale.

Con la promozione in Serie B della Casertana nella stagione 1990/91, lo stadio assunse un nuovo aspetto a seguito della demolizione della storica tribuna. Al suo posto una una nuova struttura di oltre 4.000 posti che portò la capienza dello stadio a 12.000 posti circa. Storia spicciola di impianti che hanno fatto epoca ma che hanno dovuto cedere il passo a stadi moderni in verità tutti uguali, ricchi di comfort ma poveri di identità.

Sugli spalti campeggia il “Fedayn Bronx”, uno degli striscioni e dei gruppi più antichi del movimento ultras. Dal 1981 fieri e spavaldi, continuano a portare avanti un discorso difficile e impegnativo, al netto di qualche anno di auto-sospensione sul finire degli anni 2000. Con il supporto dei TBS e in una gradinata bella piena, offrono una prova buona per tutti i 90 minuti, che porta per mano la squadra fino alla vittoria maturata nella fase finale dell’incontro.

I monopolitani invece arrivano in ritardo. Davvero un peccato vederli spaccati in due tronconi. Il loro tifo ne risente moltissimo, anche dal campo il loro sostegno è risultato deludente e i loro cori, molto spesso, non si riuscivano ad udire bene. Da sotto lineare, per quanto li riguarda, cori per Salerno e striscione per Antonio, ultras salernitano recentemente scomparso.

Testo di Davide Gallo.
Foto di Davide Gallo e Gabry La Torre.