Oggi si gioca Casertana – Reggina, una sfida tra due nobili decadute.
Ad accogliere le due squadre in questa partita ci sono poco più di mille spettatori, una ventina circa provenienti da Reggio Calabria che entreranno con qualche ritardo nel settore ospiti.

I locali fanno sentire il loro supporto ma lanciano anche cori contro una società secondo loro assente, che ha aveva annunciato progetti importanti per una risalita in B e alla resa dei conti, si ritrova a spartire piani meno nobili della classifica con squadre sulla carta di gran lunga inferiori. Gli ospiti invece vengono da una sconfitta interna con la Cavese (per 0-3) non meno deludente e sperano di approfittare di questo momento interlocutorio dei padroni di casa, per tentare un pronto riscatto. 

I Distinti si presentano quasi pieni per una partita mediocre nelle premesse e si fanno sentire per tutto l’arco dei 90’, lanciando cori e facendo battimani. Anche a Caserta si trovano a far fronte a tanti daspo collezionati negli anni, ma ciò non smorza la fede e la presenza dei sostenitori rossoblu.

Sul campo termina invece col risultato di 1-0 in favore dei calabresi e parte una forte contestazione da parte dei casertani contro il presidente, a cui chiedono a gran voce di lasciare la squadra e la città.

Festa grande ovviamente per i calciatori amaranto, che corrono sotto la curva ospite per festeggiare la vittoria con i propri tifosi, da questa stagione ritornati a seguire le sorti della propria compagine dopo un anno in cui, a seguito dei feroci attacchi e della pioggia di diffide per la coreografia contro Catania, avevano deciso polemicamente di lasciare i gradoni a disposizione di chi a chiacchiere tanto sproloquiava contro gli ultras, ma senza di loro non ha saputo imbastire nessuna forma di tifo organizzato, nessun seguito in trasferta e né la minima parvenza di sostegno in casa. L’ennesima prova provata che senza gli ultras lo stadio sarebbe niente, un contenitore vuoto. E questa vittoria è tutta per loro: meritatissima.

Testo di Davide Gallo 
Foto di Davide Gallo e Giuseppe Scialla 

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