10-09-2017: Cassino – Rieti 1-1, Serie D Girone G

Mi lascio alle spalle lo stadio “Madonna del Piano” di Ausonia con lo storico santuario per dirigermi in tutta calma a Cassino, distante appena 20 km, dove alle 15 inizierà il confronto del girone G, quello sardo-laziale, di serie D.

Arrivo molto presto allo stadio “Gino Salveti”, intitolato alla memoria dello storico poeta e scrittore cassinate, per cui ho modo di farmi il solito giro intorno all’impianto e constatare che la bellezza retrò dello stadio cassinate fortunatamente è rimasta intatta e, sinceramente, secondo il mio punto di vista, crea un mix unico con la tifoseria biancazzurra, tornata in serie D dopo qualche anno dal fallimento.

Con un cielo sempre più cupo e carico di pioggia entro in campo che mancheranno una ventina di minuti al fischio d’inizio e mi accorgo che purtroppo, per questa prima partita in casa del campionato 17/18, non c’è il pubblico delle migliori occasioni, anche se gli ultras saranno comunque circa un’ottantina. Il Rieti, invece, dopo la larga vittoria alla prima giornata contro Latina viene scortato da una trentina di tifosi di cui la metà ultras che tengono, l’unico drappo che possiedono, in mano per tutta la durata della partita.

A livello coreografico gli ospiti sventolano un paio di bandiere amaranto-celesti ed una della nazionalità argentina, mentre i padroni di casa sventolano due bandieroni.

Nella prima frazione le due fazioni sostengono continuamente i ventidue in campo con discreti battimani ad accompagnare i cori, soprattutto tra i cassinati, dove ho visto gente di una certa età e sicuramente con una certa esperienza, stare ancora davanti in prima linea a cercare di tramandare quei vecchi valori nei giovani di oggi.

La pioggia che comincia a cadere dopo una decina di minuti, dapprima in maniera lenta e poi sempre più copiosamente, mette a dura prova le due tifoserie, con qualche elemento tra i padroni di casa che lascia gli spalti per andarsi a riparare, ma che fa in tempo a vedere l’autogol sabino che manda in vantaggio il Cassino dopo neanche un quarto d’ora facendo esultare la tifoseria biancoblù.

Più il tempo passa e più la pioggia si fa incessante mettendo a dura prova il sottoscritto benché munito di ombrello, figurarsi gli ultras sugli spalti che continuano a cantare e tifare incuranti dell’acqua. Ormai è un vero e proprio nubifragio quello che si abbatte su Cassino e sul terreno di gioco del “Salveti”, ma nonostante ciò entrambe le tifoserie non mollano e rimangono ai rispettivi posti con un paio di reatini che, arrivati a questo punto, si tolgono anche le magliette rimanendo a torso nudo.

Alla mezzora infine l’arbitro sospende la partita, anche perché nel frattempo il campo è diventato una vera e propria piscina con gli ospiti che vanno a ripararsi sotto una tettoia, mentre i cassinati, dopo aver lanciato qualche altro coro, vanno a ripararsi pure loro.

Si attende che la pioggia cessi, ma in realtà pioverà ad intermittenza, con l’arbitro che entrerà una prima volta insieme ai capitani per provare a vedere se la palla rimbalza o meno, ma niente da fare così si rientra negli spogliatoi.

La società locale non vuole far rinviare la partita, anche perché sta vincendo per 1-0, per cui mettono in campo magazzinieri e raccattapalle che, aste alla mano, cercano di far dei buchi sul terreno per far filtrare bene l’acqua; poi intervengono anche scope e pale per togliere secchiate d’acqua dal rettangolo verde. Quando nessuno più ci credeva, ecco che l’arbitro rientra in campo e dopo quarantacinque minuti dà il via alla ripresa della gara, riprendendo da dove eravamo rimasti, a dieci minuti del primo tempo.

Nel secondo tempo, seppur a ranghi ridotti, i cassinati sostengono abbastanza continuamente facendo diversi battimani con l’aiuto dell’immancabile tamburo. I reatini in questa seconda parte di gara non deludono e tifano bene, con poche pause e tutte ridotte. Molto belli i battimani e soprattutto l’esultanza al gol del pareggio, che arriva al settantatreesimo e porta i ragazzi a tifare fino alla fine della partita per poi applaudirli quando vanno sotto al settore.

La cosa si ripete dalla parte opposta anche se è lampante la delusione sui volti di qualche tifoso biancoblù, ma nonostante ciò non lo danno a vedere ed applaudono ed incitano la squadra per il proseguo del campionato.

A dirla tutta oggi gli applausi più grandi andrebbero fatti alle due tifoserie per l’attaccamento, lo spirito di sacrificio, la forza e la costanza nello stare a tifare sotto un diluvio universale di grosse proporzioni. Bravi, veramente bravi!

Zuppo fradicio pure io torno alla macchina ed accendo i riscaldamenti, per quando sarò arrivato a casa spero che qualcosa si sia asciugato.

Marco Gasparri.