Quando si parla di un gruppo ultras, soprattutto in relazione al periodo che sta vivendo l’intero movimento, che si ritrova a lottare quotidianamente contro divieti, repressione e chi più ne ha più ne metta, è sempre bello celebrare una ricorrenza importante.
Festeggiare trent’anni di militanza, in una realtà come Castelfiorentino, non è affatto una cosa scontata. Intanto perché come posizione geografica, trovandosi vicina a Firenze ed ancor più ad Empoli, è chiaramente sottoposta a vedersi portar via gran parte degli appassionati.
Ma il problema, messo così, è oggettivamente troppo semplificato.
Di base, un po’ in tutto il territorio dell’empolese-valdelsa, pur essendo una zona rappresentata da molte squadre a livello dilettantistico, non esiste nessun’altra realtà di tifo organizzato,.
Mentre in altre regioni o province osservo come si formino diversi gruppi, solitamente composti da dieci-quindici persone, che si mettono al seguito della squadra del proprio paese, in queste zone il vivere la partita ad una certa maniera non sembra attecchire. Questa premessa per dire che tifoserie come quella castellana sono da preservare. Che questi trent’anni rappresentano un traguardo considerevole. Avvalorati dal fatto che, nonostante gli sforzi, all’orizzonte non vi sia traccia di un minimo ricambio generazionale.
Personalmente, riguardo a questo ultimo punto, faccio fatica a capacitarmi; non posso neanche avere la presunzione però, di pensare che fossi nel giusto io, che da bambino e durante l’adolescenza vivevo in attesa della domenica, rispetto a tanti ragazzi di oggi che hanno altre passioni ed altri interessi. Non ero sbagliato io, non sono sbagliati loro. Sono i tempi che cambiano. Ma è evidente che lo stadio, purtroppo, da queste parti attiri poco.
Le Brigate Gialloblu nascono nel 1994, dall’iniziativa di tre/quattro ragazzi che allora ebbero il desiderio di dare un minimo di organizzazione ed un’anima ultras ad una tifoseria che, dopo aver partecipato per ben sette stagioni, dal 1982 al 1989, a quello che allora era il campionato Interregionale, sembrava aver perso un po’ di entusiasmo a causa del ritorno nei campionati regionali.
Lo striscione fece il suo esordio nella partita di Eccellenza col Pisa, a quei tempi costretto a ripartire dalla massima categoria regionale dopo il fallimento che aveva posto fine alla gloriosa era Anconetani.
Negli anni la presenza è sempre stata costante, seppur tante volte composta da poche unità, frutto purtroppo dell’abitudine italica (ma probabilmente riscontrabile anche oltre confine) di seguire assiduamente le vicende della propria squadra solo in caso di risultati positivi.
Nel 2001, ritrovatisi durante una trasferta a Massa in tre unità, nacque un’amicizia col gruppo Massa Kaos, incuriositi e rispettosi di questo gruppetto che, a dispetto dell’esiguo numero, si era comunque presentato al seguito della propria squadra in uno stadio e contro una delle tifoserie tra le più blasonate a livello regionale.
Le Brigate vivono una svolta durante la stagione 2005/2006, quando un gruppo di ragazzi più giovani inizia a frequentare gli spalti dell’impianto castellano. Questa nuova linfa ha permesso così di aumentare le fila del gruppo, portandolo su numeri più dignitosi e permettendo una continuità nella presenza che sarebbe stata quantomeno difficile da perpetrare per coloro che ne facevano parte fin dagli albori.
Nel 2014 nasce anche un’amicizia coi ragazzi del gruppo Uragano Cep del Messina, portato avanti nonostante la distanza, grazie ai buoni rapporti tra alcuni ragazzi dei rispettivi gruppi.
Merita invece un approfondimento l’episodio accaduto nel 2015: cinque ragazzi, tra i più giovani del gruppo, vengono diffidati per cinque anni, con firma annessa, per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Verranno successivamente assolti, a diffida ovviamente scontata.
Da segnalare oltretutto che, non avendo Castelfiorentino una Questura, ogni domenica dovevano andare ad Empoli, situata a circa dieci km di distanza. Ed essendo le firme chiaramente più di una, erano – per ovvi motivi – “costretti” a rimanere nella cittadina toscana fino all’espletamento di tutte le sottoscrizioni. Questo per ribadire quanto, troppe volte, tali provvedimenti vadano a colpire persone che poi risultano innocenti.
Come a Castelfiorentino, non possiamo dimenticare quanti ragazzi in tutta Italia sottoposti a Daspo, debbano passare domeniche o peggio ancora, dati i folli orari di tante partite, giorni feriali nei Commissariati, affrontare spese legali e processi, per poi essere prosciolti da ogni accusa.
Ultimamente, c’è chi ha proposto la giornata nazionale contro la violenza negli stadi. A questi signori, sempre pronti a puntare il dito verso il nostro movimento, andrebbero ricordate anche le tante ingiustizie che gli ultras hanno subito negli anni e continuano a subire oggi, alla faccia di chi definisce gli stadi “zona franca”.
Tornando più specificatamente in loco, tali diffide hanno chiaramente avuto ripercussioni importanti sulla tifoseria gialloblu: nonostante ciò nessuno ha mollato di un millimetro e il “Castello” ha continuato ad avere il proprio seguito ogni domenica.
Rimane quindi l’orgoglio di aver portato i propri vessilli ovunque, con la soddisfazione di aver incontrato anche alcune nobili decadute come Pistoiese, Lucchese, Grosseto, Livorno oltre alle già citate Massese e Pisa.
Sicuramente, per chiunque conosca il panorama del tifo toscano, le Brigate sono una presenza costante ormai da ben trent’anni.
Venendo alla partita odierna, all’ingresso viene esposto un telo su sfondo giallo con il simbolo del giglio che rappresenta la città di Castelfiorentino e la scritta “30”. Il tutto accompagnato da alcuni fumogeni.
Il loro tifo parte bene, con cori secchi e a rispondere, accompagnati da un tamburo.
Il tutto però viene vanificato da una prestazione, quella della squadra locale, che in una partita chiave per provare a salvarsi, vede bene di regalare due reti agli avversari, una con un clamoroso autogol e l’altra frutto di uno sciagurato retropassaggio.
Ovviamente la cosa manda su tutte le furie la tifoseria di casa che, già sconsolata da un campionato a dir poco desolante, sia nei risultati che nelle prestazioni, inizia ad inveire contro gli undici in campo, invitandoli a lottare ed a tirare fuori gli attributi.
Nella ripresa viene deciso di ricominciare a cantare e, per un buon quarto d’ora, la tifoseria castellana mantiene un ottimo livello, con cori cantati a lungo, tra cui il classico “Amore mio tu non essere gelosa…”.
Da segnalare anche il bel bandierone che sarà sventolato con orgoglio per tutta la partita, a dimostrazione dell’amore per i propri colori e il proprio gruppo, a prescindere da risultati e categoria.
Purtroppo però il risultato in campo non cambia ed anzi, ad esasperare gli animi arriva anche il terzo gol della squadra ospite, contestato perché realizzato con un giocatore di casa a terra. Ovviamente il clima a quel punto diventa ancor più teso e gli epiteti verso arbitro e giocatori avversari si sprecano.
La partita finisce quindi con un tre a zero netto a favore degli ospiti ed un Castelfiorentino che, a questo punto, si ritrova ultimo in classifica, con un piede e forse qualcosa di più in Promozione.
Alla fine della giornata me ne torno a casa soddisfatto: ho visto una tifoseria semplice, conscia dei propri limiti numerici, ma che bada alla sostanza. All’essere presenti e a sostenere la propria squadra ovunque giochi, a non fare il passo più lungo della gamba e a vivere l’amicizia all’interno del gruppo.
Pertanto auguri Brigate, ai prossimi trenta!
Matteo Biondi