Dopo gli episodi di Palmi e il divieto di Giugliano, concesso il via libera ai supporter rosanero per la trasferta di Castrovillari, ultima trasferta dell’anno che può accreditare, alla squadra palermitana, il titolo di campione d’inverno. Si gioca al Mimmo Rende, stadio intitolato ad uno storico dirigente della compagine calabrese. Arrivo come sempre con largo anticipo, mi accoglie una bella giornata di sole, così mi concedo il classico giro intorno allo stadio, uno stadio molto vecchio che risale agli anni ’70, caratterizzato da una fastidiosa pista di atletica che allontana le gradinate dal campo e inficia sia la visibilità della partita che l’apporto del tifo.

Per quanto non fosse previsto un esodo massiccio verso il nord della Calabria, buona la presenza palermitana, anche considerando che la trasferta non è di quelle più agevoli e vicine.

I sostenitori rossoneri invece, occupano la curva sud che appare bella piena ad inizio partita. Tutti dietro lo striscione molto bello e di impatto “Castrovillari ultras curva sud”, in cui il nome della città non è messo a caso avanti a tutto il resto della denominazione. Ad inizio partita sono autori di una torciata arricchita da fumogeni arancioni: non tantissima la pirotecnica ma è sempre bello rivedere un settore colorato come ai vecchi tempi. Nel complesso, colpisce la loro prestazione canora, impreziosita da belle manate, cori secchi, bandieroni al vento.

Indubbiamente interessanti anche i dirimpettai palermitani. Con un piacevole sole frontale, la loro prova è molto buona. Risultano molto colorati e in forma. Bandiere e due aste sempre in alto, dagli spalti trascinano la squadra verso i tre punti, raggiunti dopo una partita di grande sofferenza e lotta a centrocampo grazie ad un goal su calcio di rigore.

Un’altra buona domenica pomeriggio, con due tifoserie in spolvero, soprattutto quella palermitana che pur avendo dovuto inghiottire diversi bocconi amari ultimamente. Non da meno la tifoseria rossonera, autrice di una buona prestazione canora e dal buon colore garantito dalla pirotecnica.

Pier Paolo Sacco