18 dicembre 2022, il Catanzaro di mister Vivarini affronta i lucani del Potenza. L’una di fronte all’altra le squadre del capoluogo di regione, due club con obiettivi diversi: i giallorossi alla caccia del sogno chiamato serie B, i rossoblu con l’intento di mantenere la categoria e provare l’assalto alla cadetteria in un futuro prossimo. Entrambi i sodalizi guidati da presidenti ambiziosi, che non hanno lesinato fino a questo momento, quanto a spese.
Nel capoluogo calabrese si respira un clima di festa, già dalle prime ore del mattino lo stadio è un via vai continuo di supporter, le bancarelle sono prese d’assalto, nessuno in città e provincia vuole perdere un singolo istante di una stagione che fino adesso è stata trionfale; i giallorossi sono, infatti, in vetta alla classifica e questa volta contano di rimanerci fino alla fine.
L’evento sportivo però, almeno per i ragazzi della Ovest, quest’oggi passa in secondo piano: come ogni anno gli ultras catanzaresi infatti, come ogni anno intorno al 7 dicembre, ricordano Massimo Capraro non per la sua morte, avvenuta nel 1994, ma celebrandone la vita, festeggiandone il compleanno come se fosse ancora qui. E in fondo lo è considerando quanto questa iniziativa sia sentita, quanto sia diventata ormai una tradizione del “Ceravolo”, riscuotendo sempre una partecipazione di pubblico notevole e offrendo spesso e volentieri spettacoli coreografici di prim’ordine.
Ma chi era Massimo Capraro? Massimo era un ragazzo del sud cresciuto nella curva della sua città, ma era soprattutto un Ultras, nato sul saliscendi dei Tre colli. Aveva avuto la fortuna di vivere la fase pioneristica del movimento ultras nazionale e si era fatto le ossa vivendo in prima linea gli anni d’oro del Catanzaro di Palanca e della serie A, ma che non aveva mollato le aquile dopo che erano sprofondate negli inferi della serie C. Massimo, come detto, è scomparso nel cuore di una notte di mezza estate tra il 4 e il 5 luglio 1994, in un incidente stradale nei pressi del raccordo che collega l’A3 alla statale 280, più nota come “strada dei due mari”. Aveva solo 27 anni e nonostante la giovane età ha lasciato comunque un’impronta forte nel movimento ultras catanzarese, tanto da vedersi intitolata la Curva Ovest, cuore pulsante del tifo giallorosso.
Sono circa 5 mila gli spettatori presenti, oltre 100 quelli ospiti. L’orario invece non aiuta particolarmente l’afflusso di pubblico: anche in serie C, come in serie A, la lega ha infatti previsto alcuni match alle 12:30. Prima dell’inizio della partita, lo stadio si ferma per un minuto di raccoglimento, ricordando la figura di Siniša Mihajlović, morto il giorno prima della partita. Al termine di questo minuto, il Ceravolo si colora di giallorosso: nelle tribune si alzano migliaia di palloncini, mentre la ovest si riempie con bandierine con lo stemma del Catanzaro Calcio, e sulle ringhiere viene aperto l’enorme striscione “Nella sconfitta, come nella vittoria, il tuo nome per questa curva vanto e gloria”.
Sembrerà una coincidenza ma durante la coreografia, quando tutta la ovest è impegnata a sventolare al cielo i propri colori, i giallorossi realizzano la rete del momentaneo vantaggio; non sono passati neanche 60 secondi e il Catanzaro è già avanti. Anche nel settore ospiti, nel frattempo, viene srotolato uno striscione per rendere omaggio a Massimo Capraro, le due tifoserie sono infatti legate da uno storico rapporto di rispetto che nelle ultime stagioni si è rafforzato. Tutto lo stadio apprezza il gesto e dalla curva del Catanzaro si alza un coro di ringraziamento per il bel gesto degli ultras potentini.
Il tifo calabrese quest’oggi è costante, vengono realizzate diverse sciarpate, accompagnate dai soliti bandieroni curati nei minimi dettagli. Dal canto loro i potentini provano a tenere botta, ma il risultato incide sulla loro prestazione. In campo, infatti, non c’è storia: i padroni di casa abbattono il Potenza con un risultato tennistico di 6 reti a 1 e arrivando con questi a 51 punti, infrangono anche il record di punti nel girone d’andata di Serie C.
Al termine dei 90 minuti i giallorossi raccolgono i meritati applausi, mentre i giocatori lucani si recano sotto al settore ospiti per chiedere scusa della pessima prestazione. Al termine della partita le due tifoserie si ritrovano all’esterno dello stadio per consolidare il rapporto di rispetto e amicizia che li lega.
Pier Paolo Sacco



















