Con ben cinque giornate d’anticipo, il primo obiettivo della stagione per il Cattolica Calcio 1923 si è concretizzato con un perentorio 8 a 0 ai danni dell’Academy Riccione. Così la formazione giallorossa, come tutta la sua tifoseria accorsa in gran numero oggi e per tutta la stagione, ha potuto festeggiare allo stadio “Calbi” la vittoria del proprio girone del campionato di Terza categoria della provincia di Rimini.

Ovviamente la strada della rinascita è ancora lunga e irta di difficoltà ma è senz’altro positivo che il primo passo sia stato mosso, verso l’obiettivo di riportare la squadra della Regina (come viene definita la città di Cattolica) ai fasti degli anni passati. La scorsa estate infatti, per chi si fosse perso le puntate precedenti, la mancata iscrizione al campionato di Promozione ha obbligato i giallorossi a ripartire dal gradino più basso del nostro calcio.

Da una disgrazia sportiva è rinato però qualcosa di importante, con il presidente Enrico Giovanetti che, coadiuvato in panchina dal mister Cangini, ha allestito una formazione capace di dominare il campionato, grazie anche al ritorno di tanti calciatori del passato, tornati solo per amore della maglia e si spera che il progetto di rinascita da loro sposato non si esaurisca qui, visto che oltre all’obiettivo di finire il campionato da imbattuti, c’è ancora in ballo la Coppa Italia di categoria, che sarebbe la proverbiale ciliegina sulla torta.

Stagione da incorniciare in particolare per i ragazzi che seguono le loro gesta ovunque giochino, non importa se siano solo campetti di periferia e non sia sempre così scontato trovare una tribuna a loro dedicata; solitamente ci si deve accontentare di guardare le partite da dietro una semplice rete divisoria, ma i cori e i colori di fumogeni e bandiere non sono mai mancati. Un campionato di Terza categoria farà forse sorridere chi è abituato alle luci della ribalta dei palcoscenici maggiori, ma bisogna avere tanto rispetto per una tifoseria come questa che, reduce da annate disastrose a causa di gestioni societarie non all’altezza, ha pagato sulla propria pelle tutto lo scotto del fallimento, ripartendo poi con immutata passione nonostante il mutare degli scenari. Senza trincerarsi dietro contestazioni di comodo per non sporcarsi le mani nei bassifondi.

Tornando alla giornata odierna, i “Catulghin” hanno allestito una bella coreografia retrò, con una corposa batteria di fumogeni che, almeno in queste categorie, non ha bisogno di ridondanti autorizzazioni come mero esercizio di potere a cui i tifosi, volenti o nolenti, devono sottomettersi. Viene proposto anche uno striscione con su scritto “Giallorossi alè!!!” simultaneamente allo sventolio di bandierine e bandiere a colorare il settore metà di rosso e metà di giallo.

Significativo il mix tra vecchie facce navigate e altri ragazzi più giovani che, con il loro entusiasmo, portano una bella spinta al sostegno per il Cattolica. Effettivamente il tifo è positivo per tutto l’arco della partita, ovviamente è un lungo e ininterrotto monologo, non essendoci tifosi ospiti e chissà quanti anni dovranno passare prima di trovare qualcuno con cui confrontarsi. Nel loro repertorio offrono cori ripetuti, prolungati e tante manate.

In campo invece c’è solo l’arbitro a fare da rappresentante massimo delle istituzioni, i guardalinee sono messi più per presenza, scegliendoli fra membri delle due squadre; davanti allo stadio non c’è nessun botteghino ma un signore seduto a un tavolino che, con una piccola scatola di cartone, racimola qualche offerta libera per assistere alla partita. Il salto verso il basso è stato insomma notevole, dopo le ultime avventure in D che sono state più una presa in giro e per certi versi l’inizio di questa fine. Nonostante tutto il Cattolica, dopo aver mestamente festeggiato il centenario nel 2023 con una retrocessione in Promozione, può ancora contare sull’amore della sua gente, sulla passione di chi, come recita una loro pezza, “l’ho fatto per te e per chi ti ama come me”. E queste non saranno mai delle sconfitte.

Gilberto Poggi