Il calcio è morto e oggi si è celebrata la cerimonia funebre.
A Sant’Agnello si è disputata una delle partite decisive del Campionato di 2a Categoria Girone G Campania. Ma, udite udite, si è disputata a porte chiuse.
Per un incomprensibile inghippo amministrativo, ci è stato vietato l’ingresso. La ragione sembrerebbe da ascrivere alle proteste di abitanti e operatori economici del luogo che non gradiscono qualche schiamazzo che dei buontemponi come noi, proprietari e tifosi di una squadra di calcio, avrebbero potuto provocare dalle 10.30 alle 12.30 di una domenica mattina.
Una vergogna inaudita, mai vista in tanti anni di frequentazione degli stadi della penisola. Un assurdo inconcepibile perché un evento sportivo, quand’anche dilettantistico, non ha senso senza pubblico. Perché impedire l’accesso della cittadinanza a un impianto pubblico, di proprietà della cittadinanza, non segue alcuna logica.
Sia chiaro, qui le responsabilità dell’accaduto ricadono su tutte le parti in causa. Sull’Amministrazione Comunale che si prostra alle esigenze di pochi, negando le prerogative di tutti. Sulla società ospitante, che si presta ad utilizzare una struttura che non è in condizioni di garantire i minimi diritti, a cominciare da quelli dei supporters della squadra di casa e, al colmo della sciatteria, non si accorge neanche che il comunicato ufficiale manca del provvedimento adottato. E non ultima la federazione, la quale permette la disputa di un campionato senza la presenza dell’essenza del calcio, i tifosi.
Tutti responsabili tranne noi che, come sempre, ci abbiamo messo il nostro tempo, le nostre energie, il nostro entusiasmo e, come se non bastasse, anche un po’ di risorse per organizzare la trasferta.
Addirittura abbiamo scoperto che sono ben tre anni che questo campo sportivo è gravato da un provvedimento restrittivo che nega l’accesso al pubblico. Fino a stamattina si è chiuso un occhio ma oggi, chissà mai perché, si sono mobilitati Polizia Municipale di Sant’Agnello, addetti alla sicurezza e responsabili della Società Piano Pizzeria Lucia. Tutti schierati a sbarrare l’ingresso alla nostra gente, pericolosamente armata di pane, fiordilatte e sfogliatelle!
La sconfitta che è scaturita sul campo è stata solo il corollario a una giornata illogica, irrazionale, assurda.
Il 7 aprile 2019 è una data che ricorderemo a lungo, molto a lungo.