Quando si parla di Cavese è inevitabile pensare a Catello Mari, calciatore amatissimo dai tifosi blufoncè per la grinta in campo, che gli valse il soprannome di “leone”. Ci ripenso anche io, percorrendo quella stessa statale che il 16 aprile del 2006 lo ha visto tragicamente perire in un tragico incidente stradale, mentre faceva ritorno alla sua Castellammare dopo la vittoria contro il Sassuolo e la successiva festa per la matematica promozione nell’allora Serie C1. Una perdita incommensurabile per Cava e non solo, dal punto di vista tecnico ma soprattutto umano, considerati i legami che aveva creato in città. Non a caso la Curva Sud oltre che ricordarlo ogni anno, ha deciso di rendere eterno il suo nome intitolandogli la Curva stessa.
Dopo un po’ di tempo dunque, decido di far ritorno da queste parti per una delle ormai sempre più rare partite a porte aperte, con la presenza di entrambe le tifoserie e la possibilità di poter ammirare gli ultras del Crotone la cui presenza si preannuncia in circa una novantina di unità.
Purtroppo non vengono però meno i problemi dei locali con la repressione che, da un po’ di tempo, ne limita materiale e conseguentemente colore. Nonostante tutto la curva appare sin da subito in buona forma e nemmeno l’assenza del tamburo pesa più di tanto, poiché i tanti battimani animano un bel sabato pomeriggio con il loro folto seguito e la loro coordinazione pressoché perfetta.
La partita in campo è a sua volta molto combattuta: alla Cavese servono punti fondamentali per giungere quanto prima alla sospirata salvezza in questo girone di fuoco con tante piazze importanti, magari senza nemmeno il patema di dover passare attraverso quella diabolica lotteria che sono i playout.
Partenza a razzo in campo, il gol a freddo dei padroni di casa alimenta ulteriormente il tifo che dura come sempre ben oltre il novantesimo, anche sul fronte ospite bisogna annotare un’ottima presenza in questo sabato pomeriggio, non solo in termini numerici, ulteriormente valorizzabili vista anche la distanza tra i due centri, ma anche in ragione di un apporto canoro positivo e costante.
Alla fine basta un solo gol alla Cavese per mettere in cascina i tre preziosi punti e guardare al futuro con rinnovato ottimismo. Da segnalare, in chiusura, oltre a un messaggio su carta per Stefano Cucchi, anche la perdurante battaglia degli ultras di casa contro le reti lungo il perimetro del proprio settore, riassunta dallo striscione “Giù le reti dalla nostra passione”. Laddove sempre più esoso diventa il costo di ammissione a questo non sempre eccelso spettacolo che è il calcio, è senza dubbio mortificante che in determinati parti dello stadio si paghi per non vedere praticamente niente.
Volge così al termine anche per me questo sabato pomeriggio allo stadio “Simonetta Lamberti”, lo stesso immutabile e prezioso scrigno di bel tifo e autentico calcio di provincia, quello che costituisce la spina dorsale di questo sport molto più dell’asettico modello commerciale delle serie maggiori.
Davide Gallo


















