Il ritorno della Cavese tra i professionisti coincide con un’interessante sfida con i “cugini” di Pagani, valida per la seconda giornata del girone I di Coppa Italia. Un derby che, per precisione, mancava da circa dieci anni, grazie al consolidamento degli azzurrostellati in serie C che, almeno sulla carta, potrebbe rivelarli come sorpresa del campionato proprio in ragione dell’esperienza maturata.

Tuttavia, se l’ultimo incontro nel lontano 2008 aveva visto un’ottima cornice di pubblico, sia locale che ospite, oggi la situazione risulta tristemente diversa. Quelle che all’epoca erano sirene indicatrici di una forte repressione, nel 2018 si sono trasformati in veri e propri boati che determinano misure, per usare un eufemismo, a dir poco discutibili.

In settimana, infatti, arriva il divieto per i paganesi anche se, almeno stando alle voci ufficiali, deriverebbe da un’inagibilità del settore ospiti che – assieme ai distinti – son destinati a rimanere chiusi per un tempo ancora non specificato. Ma questo, purtroppo, sarà solo l’inizio di una domenica che, dal punto di vista del tifo, si rivelerà amara.

All’ingresso dei ventidue in campo, per l’appunto, la Curva Sud si mostra più spoglia che mai: nessuno striscione, nessuna bandiera o drappo ma solo un’unica voce che, dopo dieci minuti di protesta, rimbomba nell’impianto di Via Mazzini.

Tutto il materiale adibito al tifo, da quest’anno, secondo le normative professionistiche e secondo gli ordini della questura, è espressamente vietato. Ad eccezione dei soli striscioni il cui accesso è consentito esclusivamente tramite una preventiva autorizzazione. Una scelta, da parte delle autorità locali e non, molto decisa e che traspare ancora più chiaramente da un servizio d’ordine raddoppiato ai tornelli di tutti i settori, dall’istallazione delle 30 telecamere necessarie per disputare la serie C e da una nuova cancellata all’inizio della tribuna, che dovrebbe canalizzare gli spettatori facilitandone l’accesso. Se a tutto ciò si aggiungono le consuete reti, che con i loro 15 metri di altezza “adornano” da una decina di anni i vari settori, il risultato è la somiglianza del Lamberti ad una casa circondariale anziché ad uno stadio.

Ma tornando alla gara, anche perché qualcuno potrebbe controbattere che si tratta di ordinarie misure di sicurezza, “i sicurissimi spettatori” quest’oggi sono circa 1.300 e i solo 600 biglietti per la Curva Sud vengono polverizzati in una mattinata.

Il tifo dunque, dopo la già citata protesta, rimane per tutti gli 80 minuti su livelli medio-alti: cori secchi, battimani, sciarpate si susseguono senza tregua, spingendo gli Aquilotti al vantaggio. Nel secondo tempo, da segnalare l’accensione di diverse torce e l’esposizione “clandestina”, sulla balconata principale, di due pezze: “Basta divieti” e “Diffidati loro, Diffidati tutti”.

Per il resto, in campo la partita termina con la vittoria biancoblù, i cui calciatori dimostrano grande voglia di mettersi in vetrina, ispirando buoni auspici per il futuro. Al triplice fischio si assiste al solito abbraccio della Sud alla nuova squadra e una triste consapevolezza che mi assale dopo aver varcato i cancelli dello stadio: un derby senza ospiti, nemmeno l’ombra di uno striscione, nessuna bandiera al vento e biglietti limitati… vale davvero la pena gioire oggi?

Testo Vincenzo Amore

Foto PierPaolo Sacco Vincenzo Amore

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